Rassegna Stampa

20 gennaio 2021

Vaccino: rischio inefficacia a causa evoluzione proteine spike

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Le proteine spike di due coronavirus umani imparentati con Sars-Cov-2 possono evolversi ed essere in grado di sfuggire all’attacco del sistema immunitario. Queste le conclusioni di uno studio condotto dalla divisione Vaccine and Infectious Disease del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, Stati Uniti. I risultati, pubblicati sulla rivista eLife, pongono interrogativi sull’efficacia a lungo termine dei vaccini anti-Covid. Se infatti Sars-Cov-2 si evolve nello stesso modo, gli attuali vaccini contro il virus potrebbero diventare obsoleti e sarebbe necessaria la produzione di nuovi sieri. Quando una persona viene infettata da un virus o viene vaccinata contro di esso, le cellule immunitarie producono anticorpi in grado di riconoscere e legarsi a proteine specifiche sulla superficie del virus note come antigeni. Il sistema immunitario si basa sulla capacità di “ricordare” gli antigeni relativi a un virus specifico in modo da fornire immunità contro di esso. Tuttavia, in alcuni virus, come quello dell’influenza stagionale, è probabile che quegli antigeni cambino e si evolvano in un processo chiamato “deriva antigenica”, il che significa che il sistema immunitario potrebbe non rispondere più e portare a una reinfezione.

È noto che alcuni coronavirus reinfettano gli esseri umani, ma non è chiaro in che misura ciò sia dovuto allo ‘sbiadimento’ della nostra memoria immunitaria o alla deriva antigenica”, afferma la prima autrice dello studio, Kathryn Kistler. “Volevamo indagare se ci sono prove di coronavirus correlati a SARS-CoV-2 in evoluzione per eludere le nostre risposte immunitarie”, aggiunge. Il team di ricerca ha esaminato i quattro coronavirus umani stagionali (HCoV) che sono legati a SARS-CoV-2 ma che in genere causano sintomi più lievi, come il comune raffreddore. Gli HCoV circolano nella popolazione umana da 20-60 anni, il che significa che i loro antigeni probabilmente hanno subito pressioni per evolversi contro il nostro sistema immunitario. Gli esperti hanno utilizzato una varietà di metodi computazionali per confrontare le sequenze genetiche di diversi ceppi di virus, in modo da vedere come si sono evoluti nel corso degli anni.

Gli studiosi erano particolarmente interessati a eventuali cambiamenti che potrebbero essersi verificati nelle proteine virali che contengono gli antigeni, come le proteine spike. I ricercatori hanno trovato un alto tasso di evoluzione nelle proteine spike di due dei quattro virus, OC43 e 229E. Quasi tutte le mutazioni sono apparse in una regione specifica delle proteine spike chiamata S1, che aiuta il virus a infettare le cellule umane. Questo suggerisce che la reinfezione da parte di questi due virus può verificarsi come conseguenza della deriva antigenica mentre evolvono per sfuggire al riconoscimento da parte del sistema immunitario.
Il team ha anche stimato che mutazioni nelle proteine spike di OC43 e 229E compaiono all’incirca una volta ogni due o tre anni, circa dalla metà a un terzo del tasso osservato nel ceppo del virus dell’influenza, H3N2. “A causa dell’elevata complessità e diversità degli HCoV, non è del tutto chiaro se questo significhi che altri coronavirus, come SARS-CoV-2, si evolveranno nello stesso modo”, spiega l’autore senior dello studio Trevor Bedford. “Gli attuali vaccini contro Covid-19, sebbene altamente efficaci, potrebbero dover essere riformulati per abbinare nuovi ceppi, rendendo vitale il monitoraggio continuo dell’evoluzione degli antigeni del virus”, conclude. (AGI)
RED/POT
Vaccino: rischio inefficacia a causa evoluzione proteine spike
Pubblicato: 20/01/2021 11:45

20 gennaio 2021

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