Rassegna Stampa

08 luglio 2021

Vaccino ReiThera, cronaca di una scommessa perduta

Fonte: scienzainrete.it

Stefano Menna racconta la storia del vaccino ReiThera e degli ostacoli che ha incontrato durante il suo percorso, che non solo solo scientifici, ma anche organizzativi. Al rallentamento ha contribuito anche la forte concorrenza dei vaccini approvati prima, soprattutto quelli a mRNA, ma anche gli effetti di uno storico sottofinanziamento alla ricerca in Italia.

Doveva essere la risposta italiana alle multinazionali del farmaco. Era stato annunciato come la soluzione per garantire al paese indipendenza vaccinale, che ci avrebbe reso autonomi dalle consegne dall’estero, spesso in ritardo rispetto alla tabella di marcia fissata dalla Commissione Europea. Con una capacità produttiva di quasi 10 milioni di dosi al mese, da settembre avrebbe dovuto garantire 100 milioni di dosi in un anno. E invece il percorso del vaccino messo a punto da ReiThera Srl, biotech con sede a Castel Romano specializzata in vettori adenovirali, ha subito una serie di intoppi che ne hanno compromesso lo sviluppo. E messo in dubbio la possibilità stessa di competere su un mercato che viaggia a velocità doppia, peraltro su una direttrice diversa (tecnologia mRNA) da quella scelta dall’azienda laziale (vettore virale).

Lo stop della Corte dei Conti
L’ultimo in ordine di tempo è stato il fermo imposto a maggio dalla Corte dei Conti, che ha bloccato il finanziamento pubblico per realizzare la fase 3 della sperimentazione del vaccino e avviarne la produzione industriale. In base all’accordo sottoscritto il 17 febbraio 2021 da ReiThera, ministero dello Sviluppo economico e Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – Invitalia (società guidata dall’allora commissario straordinario all’emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri), era previsto un finanziamento statale di 49 milioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato. Da parte sua, ReiThera avrebbe investito 32 milioni. L’operazione prevedeva l’ingresso di Invitalia con 15 milioni nel capitale sociale della biotech (pari al 27% delle quote), grazie al Decreto Agosto che ha stanziato 380 milioni per acquisire quote di capitale di società impegnate su farmaci anti Covid.

08 luglio 2021

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