Rassegna Stampa

30 marzo 2022

Vaccini a mRNA contro COVID-19: una storia di ricerca di base

Fonte: research4life.it

Parliamo con Marcello Pinti, professore associato di Patologia generale all’Università di Modena e Reggio Emilia, per ripercorrere due delle tappe fondamentali che hanno portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA contro COVID-19 in appena un anno dall’inizio della pandemia. Mostrando come a volte studi iniziati tempo fa mostrino tutte le loro potenzialità solo a distanza di anni

Nella pandemia di COVID-19, i vaccini a RNA messaggero (mRNA) sono uno degli strumenti più importanti che abbiamo per proteggerci dal virus, nonché tra i principali ad averci consentito di riprendere, almeno in parte, la vita che avevamo in epoca pre-pandemica. Rappresentano, inoltre, dei vaccini unici per due aspetti principali: innanzitutto, sono basati su una tecnologia innovativa, quella dell’RNA messaggero; in secondo luogo, sono stati messo a punto in appena un anno circa, un tempo record se si considera che i vaccini “tradizionali” richiedono di solito un periodo compreso tra i 10 e i 15 anni prima di poter essere commercializzati.

Lo straordinario tempismo dello sviluppo dei vaccini contro COVID-19 è frutto tanto degli sforzi della comunità scientifica nel mitigare la pandemia, quanto di decenni di ricerca che stanno a monte della tecnologia impiegata. Ricerca prevalentemente di base, anche perché fino a pochi anni fa l’idea di impiegare l’mRNA a scopo clinico aveva preso relativamente poco piede. Qui ripercorriamo due di quelle che sono state le tappe fondamentali per mostrare come spesso, in ambito biomedico, le conoscenze che si accumulano nel tempo, pur non mostrando immediatamente la loro importanza, possono in seguito rivelarsi fondamentali. Proprio come è accaduto nel caso dei vaccini a mRNA in tempo di COVID-19.

 

30 marzo 2022

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