Rassegna Stampa

07 maggio 2019

Conti pubblici

Tagli a spesa e agevolazioni, il governo guarda già al 2020

Fonte: ilmessaggero.it

Jyrki Katainen, vice presidente della Commissione europea, viene solitamente iscritto al partito dei falchi di Bruxelles. Quelli che quando si discute delle finanze dei Paesi del Sud Europa partono, generalmente, lancia in resta. A sorpresa, invece, alla vigilia delle previsioni di primavera della Commissione che saranno rese note oggi, Katainen ha usato parole prudenti verso Roma. «La situazione dei conti italiana», ha affermato ammettendo però di non aver ancora guardato le stime che saranno presentate, «non necessariamente è peggiorata».

Bruxelles ha previsto per il 2019 una crescita dello 0,2%. Roma si è adeguata, e nell’ultimo Documento di economia e finanza (DEF) approvato il mese scorso ha indicato la stessa stima. Nel frattempo però, è arrivata la valutazione della crescita del primo trimestre e l’Istat ha certificato che l’economia italiana ha ritrovato il segno più (0,2%) dopo due trimestri negativi. L’export tira ancora, il gettito Iva aumenta, le entrate tributarie tengono. La temuta recessione non si è materializzata e, quasi certamente, non si materializzerà nelle previsioni di Bruxelles di oggi. Anzi. Il Tesoro si attende che nella seconda parte dell’anno il decreto crescita, lo sblocca cantieri e anche il reddito di cittadinanza, facciano sentire qualche altro effetto positivo sul Pil. La Commissione però, potrebbe non tenerne conto ed è probabile che riveda il deficit ancora un po’: dal 2,4% al 2,5-2,6%. Ma è pur sempre vero che il governo ha un altro paio di assi nella manica. Ci sono i 2 miliardi di euro di spesa dei ministeri congelati e che potrebbero tornare utili a limare i conti. E poi ci sono i risparmi sulle due misure bandiera di Quota 100 e Reddito di cittadinanza, che dalle prime stime potrebbero arrivare ad altri 3 miliardi di euro. Tutto bene dunque? In realtà no. I problemi per Roma sono anche il debito pubblico che aumenterà pure quest’anno (dal 132,2 al 132,6%) e il deficit del 2020 che, senza l’aumento dell’Iva, rischia di sforare ampiamente la soglia del 3%. Tant’è che in qualunque momento la Commissione potrebbe attivare la procedura per debito eccessivo.

07 maggio 2019

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