Rassegna Stampa

09 novembre 2022

Pensioni, ecco tutte le Quote sul tavolo. Dal 2024 l’avvio della nuova riforma

Fonte: ilsole24ore.com

L’incognita dei costi e le richieste delle parti sociali rappresentano le due variabili dalle quali dipende la scelta definitiva del governo sulle pensioni in vista della definizione del pacchetto-previdenza da inserire nella legge di bilancio in arrivo per evitare il ritorno alla legge Fornero in versione integrale dal 1° gennaio 2023. Nelle ultime settimane i tecnici hanno valutato diverse ipotesi: dal restyling di Quota 102 da realizzare con un primo assaggio di Quota 41 e da Quota 104, che avrebbe l’impatto più contenuto su conti pubblici, fino alla Quota 103 in formato flessibile e alla “doppia” Quota 102

L’incognita dei costi e le richieste delle parti sociali. Da queste due variabili dipende la scelta definitiva del governo sulle pensioni per evitare il ritorno alla Legge Fornero in versione integrale dal 1° gennaio 2023. La Quota 102 “rivista”, con 41 anni di versamenti e 61 d’età, impatterebbe maggiormente sui conti pubblici già il primo anno e anche a regime, mentre la Quota 104 (41 anni di contributi e 63 anni d’età) sarebbe quella meno costosa ma anche la più lontana dalle richieste dei sindacati. Quota 103 potrebbe diventare così in un possibile punto di compromesso, magari in una versione in parte flessibile partendo una soglia anagrafica minima di 61 anni. Ma c’è chi ha evocato la Quota 102 flessibile e anche la “doppia” Quota 102 affiancando all’attuale versione, modellata sui 64 anni d’età e 38 di contribuzione, quella con lo schema “61+41”. Il tutto dovrebbe essere accompagnato dal prolungamento di Ape sociale e Opzione donna e probabilmente anche da un sistema di incentivi per favorire la permanenza al lavoro, una volta raggiunti i limiti per il pensionamento, di alcune categorie del settore pubblico, a partire dai medici. Ma le misure da inserire nella legge di bilancio in arrivo dovrebbero anche fare da ponte con una vera riforma organica della previdenza che il governo dovrebbe definire insieme alle parti sociali nel corso del prossimo anno con l’obiettivo di avviarla operativamente nel 2024, prevedendo magari anche una nuova fase di “silenzio-assenso” per la destinazione del Tfr ai fondi pensione.

Il restyling di Quota 102 con un assaggio di Quota 41
Diverse sono le opzioni alle quali hanno lavorato i tecnici del governo nelle ultime settimane. Una di queste è quella che prevede un restyling dell’attuale Quota 102 introducendo, in accoppiata alla soglia anagrafica di 61 anni, il vincolo dei 41 anni di contribuzione, che rappresenterebbe, come chiede la Lega, una sorta di antipasto di Quota 41 da far decollare, in formula “secca”, entro la fine della legislatura. Il costo di questo intervento sarebbe superiore al miliardo il primo anno e salirebbe vertiginosamente a partire dal terzo.

 

09 novembre 2022

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