Rassegna Stampa

15 giugno 2020

La speranza del vaccino

Fonte: scienzainrete.it

Tra oltre 130 possibili vaccini anti Covid-19 su cui si sta lavorando, una quindicina dei quali già in fase di studio sugli esseri umani, il ministro della salute Roberto Speranza ha annunciato la sua scelta. Insieme a Francia, Germania e Olanda, l’Italia ha puntato su quello messo a punto dal Jenner Institute di Oxford e di cui sta portando avanti la sperimentazione Astrazeneca, con sostanziosi finanziamenti anche da USA e Regno Unito.

Non era una decisione ovvia, né facile: aspettare, mentre gli altri Paesi prenotano milioni di dosi, significa rischiare di restare scoperti e più esposti a nuove ondate di infezione mentre altrove la vita quotidiana, l’economia, il turismo, possono riprendere con maggiore serenità; optare oggi per questo vaccino senza attendere gli altri potrebbe significare perdere l’occasione di usufruire di altri prodotti che potrebbero anche essere migliori, in termini di sicurezza o di efficacia.

Un ruolo nella decisione deve aver avuto senz’altro il fatto che alla realizzazione del vaccino di Oxford ha contribuito un’azienda italiana, la IRBM di Pomezia, il cui presidente, Piero Di Lorenzo, si è esposto molto in televisione negli ultimi mesi. Un altro elemento giudicato fondamentale potrebbe essere stato il fattore tempo. Il vaccino prescelto infatti è quello che si dichiara più avanti, con la promessa che i primi due milioni di dosi, si dice, possano essere disponibili addirittura per l’autunno. L’altro vaccino in fase più avanzata, quello a RNA prodotto da Moderna, negli Stati Uniti, sembra non possa arrivare prima del 2021.

15 giugno 2020

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