Rassegna Stampa

09 giugno 2020

La pandemia è neodarwiniana, e i virus mancano di buon senso

Fonte: scienzainrete.it

È un’inclinazione (bias) del cervello umano voler prevedere tutto, soprattutto quello che non è prevedibile. E siccome nel mondo prescientifico ci si azzeccava quasi solo per caso, la selezione naturale ci ha dotati di un’altra inclinazione compensativa, quella dell’”io però l’avevo detto” (hindsight bias). Di questi e altri errori cognitivi ne sono stati commessi a valanga durante la pandemia, da parte anche degli esperti. In particolare, è stata incontenibile l’ansia di predire quanti morti può causare o aver causato fare o non fare il lockdown, e se il coronavirus stia diventando meno aggressivo.

Il bisogno di fare previsioni può essere così forte che ci si dimentica di controllare come stanno i fatti in merito a questioni scientificamente ben studiate. A differenza delle storie sulle pandemie del passato, che hanno poco da insegnare, l’evoluzione concettuale e metodologica delle conoscenze scientifiche dovrebbe essere sotto controllo degli scienziati. I grandi scienziati del passato conoscevano la bibliografia storica di quello che studiavano come casa loro, perché sapevano che se non si è capito per intero lo sviluppo verso migliori teorie, metodi e spiegazioni di un processo di concettualizzazione di un determinato fenomeno o problema, si possono dire cose sbagliate. Anche se dotati di h-index eccellenti.

Una discussione in corso già da poche settimane dopo la diffusione pandemica di SARS-CoV-2 riguarda se e quando il parassita attenuerà la sua virulenza, con il prevalere dell’idea che sarebbe regola generale o calcolo funzionale per un parassita adattarsi all’ospite umano in modo da non ucciderlo più e quindi aumentare le proprie chances di sopravvivenza. Si è così andati da più parti alla ricerca di mutazioni indicative di tale adattamento o sono state interpretate le meno gravi forme cliniche via via prevalenti come indicative di un indebolimento dell’agente. Che la clinica vada migliorando è quasi un truismo, ma le spiegazioni possono essere di varia natura e comunque il tema di rilevanza scientifica più generale è se sia vero che le dinamiche dei rapporti parassita/ospite inclinano verso una convivenza vantaggiose per entrambi, e non magari solo per il parassita.

09 giugno 2020

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