Rassegna Stampa

29 dicembre 2021

Il 2021, dall’Alfa all’Omicron: cronaca di varianti annunciate

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Secondo le Nazioni Unite non c’è da stupirsi: con metà del mondo ancora senza vaccino, le nuove varianti continueranno a emergere. La storia della pandemia nel 2021 è stata già segnata dalla diseguaglianza nella distribuzione dei vaccini

Dall’Alfa all’Omicron. Passando per Delta. Il 2021 è stato l’anno delle varianti: si è inaugurato con la “variante inglese” e si conclude con l’ultima versione del virus, la più trasmissibile che sia mai apparsa finora (probabilmente però meno letale di altre). C’era da aspettarselo. All’inizio dell’anno, l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva già previsto tutto: più il virus circola e più muta, finché metà della popolazione mondiale resterà senza vaccino nuove varianti continueranno a emergere. Perché stupirsi? Nel messaggio di addio al vecchio anno pubblicato sul sito delle Nazioni Unite riecheggia più volte un sonoro “ve lo avevamo detto”. Sempre nei primi giorni del 2021 il segretario generale dell’Onu, António Guterres, aveva messo in guardia il mondo dai pericoli del “vaccinazionalismo”, un termine da lui stesso coniato per definire la scelta dei Paesi ricchi di fare incetta di dosi per chi si trova all’interno dei propri confini, preoccupandosi poco o nulla di chi si trova al di fuori. È così, tanto per fare un esempio, che il 2021 si conclude con un tasso di immunizzazione dello 0,1 per cento nella Repubblica Democratica del Congo e dell’80 per cento in altri Paesi occidentali (Italia, Regno Unito ecc..).

 

29 dicembre 2021

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