Rassegna Stampa

08 settembre 2022

Covid: ricerca, variante Centaurus incapace di espandersi ancora

Fonte: Agi

‘Centaurus’, nuova subvariante del coronavirus responsabile del Covid identificata quest’estate in India, ha una capacità di evolversi e di espandersi rispetto alla Omicron 5, che resta la variante dominante. Il suo picco di diffusione a livello mondiale è stato raggiunto nella seconda metà di giugno. È quanto rileva uno studio di un gruppo di lavoro delle università di Sassari, Campus Bio-medico e La Sapienza di Roma, pubblicato sulla rivista scientifica ‘Journal of medical virology’ e che, di fatto, ha ‘declassato’ il livello di pericolosità della nuova modificazione del coronavirus.

Centaurus, tecnicamente catalogata come sottovariante BA.2.75, porta nove ulteriori mutazioni nella sequenza del genel della proteina spike del virus. La ricerca condotta dai tre atenei italiani è una delle pochissime finora pubblicate su questa variante, la prima a concentrarsi sulla sua evoluzione dal punto di vista genetico.

Sono stati analizzati tutti i genomi disponibili nella banca dati pubblica GSAID per la variante Centaurus, e per il lignaggio principale della variente Omicron 5, al momento delle analisi che sono state condotte circa 20 giorni fa”, spiega Pier Luigi Fiori, ricercatore del dipartimento di Scienze biomediche dell’università di Sassari, componente del team che ha pubblicato lo studio ‘On the SARS-CoV-2 BA.2.75 variant: a genetic and structura point of view’. “In particolare, sono stati utilizzati 700 genomi virali che hanno richiesto circa 1.500 ore di calcolo computazionale per portare a termine le analisi genetiche, le quali hanno consentito di datare, con un elevato livello di definizione, le oscillazioni della variabilità genetica (e nel contempo del suo potenziale di espansione ed evoluzione) di Centaurus, individuando il periodo (attorno al 23 giugno) in cui questa variante ha raggiunto il picco massimo di espansione, dando, quindi, inizio al periodo plateau nelle settimane successive”.

Fiori precisa che la ricerca sulla subvariante non è conclusa. “I monitoraggi di Centaurus, così come di tutte le varianti di SARS-CoV-2, da parte della comunità scientifica mondiale, dovranno essere costanti, poiché questa variante potrebbe subire nuove mutazioni, con ripercussioni sul suo potenziale di diffusione nella popolazione umana”, spiega il ricercatore. “I risultati del nostro studio hanno un valore predittivo poiché, oltre a permettere per la prima volta l’identificazione del momento in cui Centaurus ha raggiunto il suo picco massimo di espansione nella seconda metà di giugno 2022, indicano inoltre che allo stato attuale nell’immediato futuro Centaurus non sarà in grado di espandersi ulteriormente. Dalle settimane successive al 23 giugno scorso la sua diffusione nella popolazione mondiale ha iniziato a rallentare”.

Del gruppo di ricerca dell’ateneo di Sassari fanno parte Fabio Scarpa e Daria Sanna, sempre del dipartimento di Scienze biomediche, e Marco Casu, del dipartimento di Medicina Veterinaria. Per l’università Campus Bio-medico di Roma hanno collaborato il gruppo di ricerca di Massimo Ciccozzi dell’Unità di statistica medica ed epidemiologia molecolare, e per la Sapienza quello di Stefano Pascarella, del dipartimento di Scienze biochimiche.

08 settembre 2022

Condividi: