Rassegna Stampa

25 settembre 2019

Autonomia differenziale

Boccia, si farà ma solo a parità di condizioni Vanno rispettati i parametri già decisi dal federalismo fiscale

Fonte: Ansa

Se il percorso dell’Autonomia si è arenato nello scorso governo “è evidente che ci sono problemi reali che non dipendono da me. Stessa cosa in Lombardia. Se per 14 mesi ci sono state le sabbie mobili un motivo ci sarà o no?”. Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, in un’intervista al Messaggero in cui dice di aver detto ai governatori del Nord che ha già incontrato: “la  Costituzione va attuata tutta. Non solo la parte sull’Autonomia ma anche quella sulla perequazione. Vanno rispettati i parametri già decisi dal federalismo fiscale, voluto dal centrodestra per le Regioni a statuto ordinario”.

Per superare lo stallo e non attirare su di sé la rivolta del Nord, Boccia poi propone “il capovolgimento del ragionamento. Bisogna ripartire dai livelli di assistenza che devono essere
uguali per tutte le Regioni. Serve appunto una cornice unica, in modo che ci sia un paracadute per tutte le Regioni. Ecco perché, con il ministero dell’Economia, inizierò a brevissimo un lavoro sui Lep. Definiti i parametri sotto i quali non bisogna andare, sono pronto a correre con l’Autonomia”.

La proposta, continua Boccia, “è quella di costruire un fondo pluriennale di perequazione. Sul Mezzogiorno, inoltre, ci sarà il lavoro del ministro Provenzano, volto a rimuovere le
diseguaglianze”. Secondo il ministro, “va fatto un ragionamento capillare distinguendo anche le singole aree delle Regioni. Come ho spiegato in Veneto, Rovigo e Belluno, non sono Padova e
Venezia. Dunque non bisogna sostituire lo statalismo assistenziale con quello regionale”

25 settembre 2019

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