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Patto della salute, la piattaforma delle Regioni

Categoria: Regioni e SSR

Conferenza Regioni


Predisposta dalla Conferenza delle Regioni la nuova piattaforma per il rinnovo del Patto della Salute con il Governo. Lo riferisce il presidente Stefano Bonaccini spiegando che si tratta di “una piattaforma da cui partire, perché vogliamo cogliere, con spirito totalmente collaborativo, l’idea che riscrivere un Patto per la Salute oggi sia necessario, ma prendendolo, come dire, a 360 gradi e affrontando tanti temi sul tappeto”.

Credo che possa essere una discussione importante, – afferma Bonaccini – anche perché per le regioni riguarda circa i due terzi della spesa dei loro bilanci”.

Sulla scadenza del 31 marzo della discussione sul Patto dico che chi aveva chiesto questa data era stato il Governo, io avevo acconsentito ma non mi impiccherei a una settimana in più o in meno. Mi auguro che eventualmente – ha concluso il presidente della Conferenza delle Regioni – il termine non sia troppo rimandato perché di questa discussione abbiamo assolutamente bisogno“.

Il coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, Antonio Saitta, spiega come “il lavoro sul Patto della Salute non è di ordine tecnico sulle piccole cose, riguarda il sistema sanitario, quindi il tema del finanziamento, della governance, del rapporto con le regioni e devo dire noi chiediamo anche un riconoscimento per il lavoro che abbiamo fatto come regioni in questi anni“.

Abbiamo indicato in un documento – aggiunge Saitta – che cosa dice la Corte dei Conti sul contributo che il Sistema Sanitario ha dato all’equilibrio economico del Paese, e parliamo di oltre 6 miliardi. Ma facciamo riferimento anche a documenti della Ragioneria dello Stato. Noi poniamo il problema delle risorse necessarie, un patto vuol dire indicare quante risorse mette il governo nei prossimi anni in funzione del quale fare la programmazione. Il patto chiede di stabilire qual è il ruolo delle regioni e qual è il ruolo dello Stato. Su questo la Carta costituzionale è chiara, le regioni gestiscono e organizzano, e quindi noi vogliamo evitare eventuali invasioni. Serve una sana e utile collaborazione, altrimenti non si va da nessuna parte”.

Fonte: regioni.it




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