Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Paolo Gentiloni e del Ministro dell’economia e delle finanze Pier Carlo Padoan, ha approvato la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (DEF) 2017, cui è allegata anche la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell’articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012.
La Nota, propedeutica alla legge di bilancio che dovrà essere presentata al Parlamento entro il 20 ottobre, registra i più recenti effetti positivi delle riforme strutturali e degli interventi di politica economica messi in atto dal Governo negli ultimi anni e aggiorna di conseguenza le stime sul quadro macroeconomico per l’anno in corso e il triennio successivo, nonché gli obiettivi programmatici rispetto a quelli contenuti nel DEF dell’aprile scorso.
La strategia del ‘sentiero stretto’ ha consentito al Paese, negli ultimi anni, di far ripartire il ciclo della crescita mantenendo al contempo alta la guardia sul versante del consolidamento dei conti pubblici. Ciò ha consentito, in particolare, di avviare la riduzione del debito pubblico in rapporto al prodotto interno lordo (PIL).
A partire dal 2014 è stata adottata una strategia di politica economica che ha portato alla progressiva riduzione delle tasse, all’introduzione di incentivi per gli investimenti delle imprese e a sostegno delle riforme strutturali, a misure di contrasto alla povertà. Il compromesso equilibrato tra l’esigenza di sostenere la crescita economica e l’occupazione e l’esigenza di proseguire in una gestione oculata della finanza pubblica ha inciso positivamente sulla reputazione del Paese sui mercati e nel contesto europeo. Grazie al costante confronto con gli interlocutori della Commissione europea, l’Italia oggi può, ancora una volta, adottare una manovra per il prossimo anno con caratteri espansivi e più marcati rispetto a quelli previsti nel DEF di aprile, con conseguenti vantaggi per la crescita economica, l’occupazione e la lotta alle disuguaglianze. Verranno completamente disattivate le cosiddette ‘clausole di salvaguarda’ per il 2018, evitando quindi aumenti dell’Iva e delle accise.
Nei mesi più recenti si stanno rafforzando gli effetti attesi dalle riforme strutturali varate dal 2014. Il prodotto interno lordo che solo ad aprile scorso era stimato in crescita dell’1,1% per l’anno in corso, viene ora previsto in aumento dell’1,5%. Per il 2018 la crescita del PIL è stimata allo stesso livello, contro l’1% indicato nel DEF.
L’indebitamento netto proseguirà il trend di miglioramento che lo ha caratterizzato negli ultimi anni. Il rapporto tra disavanzo e PIL è previsto attestarsi al 2,1% nel 2017, per scendere ancora fino all’1,6% il prossimo anno. Nel nuovo scenario programmatico, in coerenza con la Comunicazione alla Commissione europea del maggio scorso, l’aggiustamento strutturale di bilancio tra il 2017 e il 2018 viene previsto di 0,3 punti percentuali, invece che di 0,8 punti come era stato indicato nel DEF. Il percorso di riduzione del disavanzo proseguirà ad un ritmo sostenuto negli anni successivi consentendo di raggiungere il sostanziale pareggio di bilancio nel 2020.
Il rapporto tra debito pubblico e PIL, per il quale si è registrata, per la prima volta, una riduzione nel 2015 dopo sette anni di crescita ininterrotta, riprenderà a scendere nel 2017 per proseguire costantemente in questa direzione negli anni successivi.
Di seguito la tabella con le principali grandezze del quadro programmatico.