L’antimicrobico-resistenza rappresenta ormai una delle più gravi minacce per la salute umana e sta diventando una delle principali cause di morte in tutto il mondo, con costi umani ed economici enormi e crescenti.
Si stima che entro il 2050 la resistenza agli antibiotici potrebbe diventare più letale del cancro con più di 10 milioni di vittime l’anno, stima che è stata considerata anche ottimistica tenuto conto che nel 2019 sono stati 1,27 milioni i decessi causati direttamente dall’Antimicrorbicoresistenza e 4,95 milioni i decessi associati all’AMR o determinate da infezioni correlate all’assistenza (ICA).
Nel contesto europeo, che registra 33.000 decessi l’anno per AMR, ben 11.000 avvengono in Italia che nel 2050 potrebbero diventare 450.000 con un impatto economico per il Servizio Sanitario Nazionale di 1,3 miliardi di euro.
Per affrontare questa importante sfida, che rappresenta un allarma sanitario per l’Oms e per i sistemi sanitari di tutto il mondo, è stato presentato stamattina l’Osservatorio Nazionale sull’Antimicrobico-Resistenza (ONsAR), sotto la Persidenza e la Direzione scientifica di Walter Ricciardi.
I dati attuali e le allarmanti proiezioni sul futuro rendono infatti necessario un cambio di paradigma che veda coinvolti più attori con diverse competenze per delineare strategie e proposte operative, basate su dati certi, multidisciplinari e multitarget.
L’Osservatorio ha un duplice intento: da un lato sistematizzare i dati circa le infezioni correlate all’assistenza e all’antimicrobico-resistenza, dall’altro usare questi dati per analizzare in modo oggettivo la situazione nel nostro Paese e fornire indicazioni, raccomandazioni e linee guida sanitarie ai decisori politici basate sulle evidenze scientifiche, e iniziative di comunicazione, educative e di sensibilizzazione, utili a modificare comportamenti impropri della popolazione e del personale sanitario.
La struttura si avvale di un Comitato Tecnico Scientifico, che prevede la presenza di esperti afferenti a diverse branche di area sanitaria, fra cui Aldo Grasselli, ma anche statistici, economisti e biologi, oltre che giornalisti qualificati ed esperti di comunicazione.
Compito del Comitato sarà quello di guidare e indirizzare le attività dell’Osservatorio, tanto dal punto di vista scientifico quanto comunicativo e divulgativo.