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03 ottobre 2017

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Lettera al Presidente del Consiglio

Perché perdiamo il tempo migliore delle nostre nuove generazioni?

Categoria: Comunicati, Formazione e Accesso SSN

Egr. Sig. Presidente del Consiglio,

esponenti del suo stesso Governo esortano i giovani a laurearsi in fretta ed è risaputo che il Sistema Sanitario Nazionale è in carenza di medici in corsia e di altri professionisti per i quali è indispensabile il titolo di specialista per operare nel SSN.

Nonostante questo sia noto e denunciato da Assessori alla sanità, direttori di aziende ospedalier

e e sanitarie, federazioni degli ordini professionali e sindacati di categoria, il bando per l'ammissione dei medici alle Scuole di specializzazione di area sanitaria, pubblicato il 29 settembre 2017 in Gazzetta ufficiale, è ancora una volta inadeguato ai fabbisogni e addirittura impedisce ai laureati della seconda sessione 2017 (luglio) di tentare l’ingresso in una scuola di specializzazione perché non potranno superare l’esame di abilitazione in tempo utile visto che questo si terrà nei primi mesi del 2018. 

L'abilitazione è un attestato che lo Stato rilascia ai laureati delle università statali, per tutti oggi una verifica superflua, e in particolare di dubbia utilità per coloro che intendono specializzarsi visto che lo stato li considera studenti senza possibilità di effettuare ogni atto medico in modo autonomo. 

Un giovane medico resta di fatto uno studente (dopo 6 anni di corso di laurea) cui non viene concesso di lavorare (nella sanità pubblica) al quale lo Stato con poche borse di specializzazione nega anche gli spazi per studiare. 

Ricordando che da anni si parla inutilmente di “laurea abilitante”, vorremo capire a cosa può servire un esame di abilitazione per chi vorrà specializzarsi se non per accedere a un ulteriore esame di ammissione alle scuole di specializzazione?

Perché il superamento dell'esame di ammissione alle scuole di specializzazione non viene considerato sufficiente per ritenere un medico abilitato?

Gli esami non finiscono mai, e in questo caso servono solo a rallentare il percorso professionale di molte persone.  

Sarebbe opportuno riflettere su questo quesito: quanto è illogico e controproducente impedire a un medico laureato a luglio 2017 di iniziare a specializzarsi sino a novembre 2018? 

Perché perdiamo il tempo migliore delle nostre nuove generazioni?

Perché con l’inerzia legislativa li spingiamo all’estero?

Nella speranza che il suo Governo voglia occuparsi del tema, porgo distinti saluti

 

Aldo Grasselli
Presidente FVM

Roma, 2 ottobre 2017

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