Le Organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria del SSN sono state convocate dal Ministro della Salute il 16 dicembre, dietro loro richiesta da tempo inoltrata. Tuttavia, nel frattempo, si apprende dalla stampa la notizia della nascita del “Tavolo di Consultazione Permanente tra il Ministero della Salute e FoSSC (Forum delle Società Scientifiche dei Clinici Ospedalieri e Universitari Italiani)” e la verifica “di una sostanziale concordanza dell’analisi sulle attuali difficoltà del Servizio Sanitario Nazionale e sulle iniziative e proposte di miglioramento e di prospettiva futura”.
Nel pieno dell’organizzazione di una grande protesta professionale per la difesa del SSN sotto attacco e contro la manovra economica 2023 che nega, nonostante le promesse del Ministro, ogni forma di potenziamento organizzativo economico e di personale, mentre dilaga tra i professionisti un disagio che spinge alla fuga verso i lidi del privato, resi dal Governo più attraenti, mentre la carenza di organici costringe a impossibili ritmi di lavoro il personale rimasto sul fronte, gratificato solo di promesse a futura memoria, mentre il Covid dilaga aumentando contagi e ricoveri rispetto allo scorso anno, è incomprensibile che il Ministro della salute incontri le Società scientifiche per avviare una collaborazione per l’“applicazione del PNRR, la stesura di una riforma dei Decreti Ministeriali di riferimento (DM 70 e 77)”, temi sui quali invece sarebbe necessario un serrato confronto politico con le Organizzazioni sindacali di riferimento.
Le Società scientifiche sono certo interlocutori qualificati nelle relazioni istituzionali che riguardano la clinica, ma con un’insuperabile linea di confine con l’organizzazione del lavoro che sostiene la sanità pubblica, la quale compete – anche e soprattutto in considerazione delle criticità attuali e future – alle Organizzazioni Sindacali, nella loro veste di parti sociali che, nel merito di tali criticità rappresentano con dati iscrittivi certificati la stragrande maggioranza dei suoi professionisti. Senza questa chiara distinzione di ruoli si rischierebbe di alimentare una pericolosa confusione di competenze che esiterebbe in danni irrimediabili sulla valorizzazione del patrimonio professionale affidato al ministro della salute, anche in termini di rilancio dell’efficienza e dell’efficacia del sistema sanitario.
Le Organizzazioni sindacali, che dovrebbero essere per i rappresentanti politici il fondamentale punto di riferimento per ogni progetto che riguardi l’organizzazione del lavoro dei Professionisti che tengono in piedi quello che resta di un servizio sanitario pubblico e nazionale, non accetteranno mai decisioni in tali ambiti piovute dall’alto, prese in accordo con altri interlocutori, quali che siano.
Convinti che le suddette precisazioni siano ben chiare al nuovo Ministro della salute, accogliamo con favore il suo invito. Fermo restando che, in considerazione del panorama generale delle decisioni governative sul SSN, in assenza delle risposte attese dalla legge di bilancio 2023, dal 15 dicembre inizierà un inverno caldo e movimentato, e che quando gli ospedali e i presidi territoriali saranno vuoti di medici, dirigenti sanitari e dirigenti veterinari i cittadini sapranno chi ringraziare.