Nella seduta di giovedì 18 febbraio l’Aula, con 535 voti a favore, 56 contrari e 5 astenuti, ha votato la fiducia al Governo Draghi.
L’intervento di replica alla Camera dei Deputati del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, al termine della discussione generale sulle dichiarazioni programmatiche del Governo.
Buonasera,
ho ascoltato con grande interesse il dibattito di oggi e ne ho tratto molti spunti. Cercherò di rispondere al maggior numero dei punti rilevati, alcuni erano già stati trattati nell’intervento di ieri, o nella replica, quindi credo che quelli che enumererò dovrebbero coprire gran parte degli interventi odierni.
Un primo punto riguarda cosa fare con le piccole e medie imprese. In merito vi sono tre aspetti: uno è l’emergenza, un altro riguarda la preparazione delle piccole medie imprese per la ripartenza, quando la pandemia comincerà ad attenuarsi. E poi sono stati sollevati due o tre esempi di tutele specifiche per le piccole medie imprese italiane.
Sul primo aspetto, cioè l’emergenza, quel che è stato fatto da noi ricalca abbastanza bene e da vicino ciò che è stato fatto in altri paesi europei, almeno dal punto di vista qualitativo. Per il secondo aspetto, la questione è un pochino più di medio periodo e questo comporta e incrocia internazionalizzazione, accesso al capitale, investimenti, allo scopo di rafforzare la nostra manifattura e renderla più competitiva. La strada è quella di sostenere il processo di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, di potenziare il credito di imposta per gli investimenti, ricerca e sviluppo nel Mezzogiorno e anche quello per le spese di consulenza relative alla quotazione delle piccole e medie imprese. Dobbiamo estendere a queste e rendere facilmente fruibile il piano nazionale della Transizione 4.0, per favorire e accompagnare le imprese nel processo di transizione tecnologica e di sostenibilità ambientale. Il terzo aspetto riguarda tutele specifiche, la tutela del made in Italy e la tutela contro la concorrenza sleale che le piccole e medie imprese possono dover affrontare. Qui vi dico subito che l’impegno del Governo è totale.
Un secondo punto riguarda la corruzione. Un Paese capace di attrarre investitori, anche internazionali, deve difendersi dai fenomeni corruttivi. Rappresentano un pericolo di ingerenza criminale, anche da parte delle mafie, e un fattore disincentivante sul piano economico per gli effetti depressivi sulla competitività e la libera concorrenza. Nella replica di ieri, a proposito dello sviluppo nel Mezzogiorno, ho detto: sì, certo, c’è il credito d’imposta, ma la prima cosa è assicurare legalità e sicurezza. Gli altri strumenti si possono usare, si devono usare, ma se manca quella base..
Con riguardo al settore degli appalti pubblici, tradizionalmente sensibili al tema della trasparenza delle procedure e della corretta selezione degli operatori, centrale è il ruolo dell’Anac, anche per i suoi compiti di vigilanza collaborativa con le amministrazioni pubbliche. Una delle chiavi per combattere la diffusione della corruzione è rappresentata dai presidi di prevenzione. Ovvero da quegli strumenti anche di natura pattizia con cui si fa schermo ai tentativi di interferenza illecita esercitata a fini corruttivi. Tuttavia molto resta da fare in vista della prevenzione, oggi perseguita attraverso strumenti e meccanismi di carattere ancora troppo formali. Questi meccanismi impegnano pubblici funzionari, cittadini e imprese in numerosi adempimenti che sottraggono tempo e rendono meno efficace l’azione amministrativa, finendo così per alimentare più che prevenire fenomeni di illegalità. Qui la semplificazione avrebbe una funzione anti-corruttiva. Dobbiamo spostare l’asse degli interventi su un piano più sostanziale, puntando sui due cardini di un’efficace politica di prevenzione, trasparenza e semplificazione. La trasparenza della pubblica amministrazione è il presupposto logico. I cittadini devono poter far sentire la loro voce. E’ la base per la responsabilità. Quindi accesso alle informazioni, siano essi dati quantitativi o qualitativi. Questo consente ai cittadini di analizzare l’attività e i processi decisionali pubblici. Il tutto in un virtuoso rapporto di collaborazione tra istituzioni e collettività amministrate, che veda rispettato il principio del coinvolgimento attivo della cittadinanza nelle scelte e riesca ad alimentare e consolidare la fiducia nelle istituzioni, ma anche il necessario controllo sociale.
La semplificazione dei procedimenti amministrativi serve per snellire e accelerare i processi decisionali pubblici. Sono proprio le farraginosità degli iter, la moltiplicazione dei passaggi burocratici, spesso, la causa inaccettabile di ritardi amministrativi, ma anche il terreno fertile in cui si annidano e prosperano i fenomeni illeciti.
Sulla criminalità solo un’osservazione: è vero che i dati quantitativi sulla criminalità nel corso degli anni sono andati migliorando, ma la percezione che ne hanno i cittadini no. Deve essere la percezione a guidare l’azione, a stimolare un’azione sempre più efficace.
Sulla giustizia. Non c’è dubbio che bisognerà intraprendere azioni innovative per migliorare l’efficienza della giustizia civile e penale, quale servizio pubblico fondamentale che rispetti tutte le garanzie e i principi costituzionali che richiedono, ad un tempo, un processo giusto e un processo di durata ragionevole, in linea con la media degli altri Paesi europei.
Come ho detto ieri in Senato nel discorso di replica, e tengo a ribadirlo anche in questa sede, dobbiamo impegnarci a tutelare il sistema economico contro il rischio di infiltrazioni criminali, conseguente all’immissione di flussi di denaro e di risorse pubbliche anche provenienti dall’Unione Europea. Infine, ma non meno rilevante, in tempi di pandemia non dovrà essere trascurata la condizione di tutti coloro che lavorano e vivono nelle carceri, spesso sovraffollate, esposti al rischio della paura del contagio e particolarmente colpiti dalle misure necessarie per contrastare la diffusione del virus.
Sullo sport, una breve considerazione. Il fatto che non abbia detto nulla non vuol dire che non sia importante. E’ un mondo profondamente radicato nella nostra società, nell’immaginario collettivo ed è stato fortemente colpito dall’emergenza della pandemia. Questo governo si impegna a preservare e sostenere il sistema sportivo italiano tenendo conto della sua peculiare struttura e dei molteplici aspetti che lo caratterizzano, non solo in relazione all’impatto economico, agli investimenti e ai posti di lavoro, ma anche per il suo straordinario valore sociale, educativo, formativo. Penso infine ai grandi eventi sportivi nazionali ed internazionali, la cui massima espressione saranno i Giochi Olimpici di Milano e Cortina che l’Italia ospiterà nel 2026. Il lavoro che dobbiamo sviluppare per prepararci al meglio all’evento è già una manifestazione di fiducia sul futuro dell’Italia, sia al suo interno sia all’estero, oltre che un’occasione per il suo sviluppo, specie nel campo delle infrastrutture, del turismo, dell’innovazione tecnologica, della ricerca, della sostenibilità ambientale.
Su altri due argomenti che sono stati sollevati oggi, turismo e fisco, ho già risposto ieri. Per il turismo ho risposto semplicemente dicendo che se c’è un settore che riparte, sicuramente è quello. In merito non abbiamo dubbi. Mentre magari per altri settori tecnologici non lo sappiamo, il turismo è sicuro che riparte, perché siamo l’Italia, quindi merita sostegno.
Bene. Spero condividiate questo sguardo costantemente rivolto al futuro, che confido ispiri lo sforzo comune verso il superamento di questa emergenza sanitaria e della crisi economica. E che certamente caratterizzerà, nelle mie ambizioni, l’azione di questo governo.
Grazie.