Quello attuale “è il periodo più grave per la sanità italiana mai visto prima“, e se una prima apertura dev’esserci dal governo in materia di sanità, “allora quella che ci aspettiamo e chiediamo è l’emanazione dell’atto di indirizzo per l’avvio della contrattazione“.
Lo ha detto ieri il Presidente FVM, Aldo Grasselli, alla Conferenza unitaria degli esecutivi nazionali e regionali dell’Intersindacale dei dirigenti medici, veterinari e sanitari, composta da Aaroi-Emac, Fassid, FVM, Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, Uil FPL Medici e veterinari.
Conferenza unitaria che lancia una mobilitazione nazionale di categoria e settore. Niente sciopero, si comincia con assemblee in tutti gli ospedali e Asl per poi trovare il modo di procedere.
Grasselli sottolinea che c’è l’esigenza di “aprire un tavolo di confronto con le istituzioni se vogliamo risolvere qualche problema e quindi gradualmente rimettere il servizio sanitario nazionale in condizione di rispondere ai principi istitutivi e a quanto previsto in Costituzione in materia di diritto alla salute“.
Serve inoltre “mettere mano a una riforma” che significhi organizzazione e finanziamento del Ssn in relazione alla tipologia della popolazione italiana, “che è la più anziana in Europa, e ciò comporta l’esigenza di assicurare diagnosi, terapia e cura a persone che vivono più a lungo anche grazie allo stesso Ssn“.
Quanto alla legge di bilancio approntata dal governo, “fa qualcosa ma ci aspettavamo molto di più. La sanità – ha detto Grasselli – vive un disagio che è il portato di anni di definanziamento, ma responsabilità ci sono anche oggi. Riteniamo che si stiano spendendo soldi per operazioni discutibili, e non sto a indicarle, e intanto mancano risorse alla sanità“.
E inoltre c’è l’evasione fiscale, “un problema storico, siamo a 90 miliardi l’anno. E allora perché non riconoscere al Ssn una percentuale modesta di quanto recuperato, percentuale che potrebbe rilanciare il Sistema sanitario nazionale in maniera eccellente. Il 10% sarebbe già sufficiente“.
Grasselli ha sottolineato anche il tema di come vengano spese le risorse destinate alla sanità, “qualcuno controlla le risorse allocate? A parità di risorse assegnate, ci sono regioni con risultati diversi, come è possibile?“.
E con la giornata di ieri parte l’iniziativa di “aggregare tutte le componenti professionali mediche, veterinari, farmacisti, biologi, infermieri e sociali ad una mobilitazione la più ampia possibile e chiedere un tavolo di confronto a governo e Regioni andando oltre la Legge di bilancio“.
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