Il SSN sta soffrendo una crisi profonda e la politica non trova soluzioni e perde tempo. L’inerzia di governo e regioni ormai sta diventando uno dei problemi.
La carenza dei medici e dei dirigenti sanitari è l’emblema della mancanza di programmazione e della navigazione a vista, con terapie sintomatiche e inefficaci, su un problema epocale affrontato con proposte estemporanee sempre “emergenziali” come l’assunzione degli specializzandi.
Il Contratto di lavoro 2016-2018 di 150.000 dirigenti – dopo nove anni di attesa – non ha alcuna possibilità di andare a buon fine senza interventi legislativi adeguati nella prossima legge di Bilancio che rappresentino la concretezza di una volontà politica nuova nei confronti di medici, veterinari, farmacisti, psicologi, dirigenti sanitari degli ospedali pubblici e del territorio.
Il Contratto 2019-2021, che dovremmo già cominciare a impostare, non sembra neppure entrato nell’agenda politica se non per ipotizzare un nuovo congelamento. Gli Assessori alla Sanità con il loro Coordinatore nazionale Antonio Saitta chiedono lo stanziamento delle necessarie risorse in legge di Bilancio.
Ci auguriamo che il “cambiamento” arrivi e che dia un riconoscimento tangibile anche alla dirigenza medica e sanitaria con un contratto dignitoso che consenta di lavorare, senza disagio e con soddisfazione, chi fa funzionare tra mille difficoltà la sanità di cui tutti hanno bisogno.
“Il tempo della contrattazione tecnica è finito – dichiara il Presidente di FVM Aldo Grasselli – Governo e Regioni diano risposte precise, avanzino proposte per stilare un protocollo di intesa e ci consentano così di evitare ai cittadini i disagi che agitazioni, assemblee e scioperi potrebbero provocare”.
Davanti alle difficoltà di una campagna elettorale, di un cambio di governo e delle resistenze degli apparati ministeriali, FVM e gli altri sindacati hanno accettato di fare proseguire in Aran la contrattazione tecnica per non perdere tempo in attesa di un conclusivo confronto politico con il nuovo esecutivo.
Ma se la politica, il Governo e le Regioni saranno ancora incapaci di dare una svolta alla sanità e nella legge di Bilancio non ci saranno risposte alle questioni nodali per il contratto di chi la sanità la fa (riconoscimento pieno del 3,48% di aumento, recupero della RIA dei pensionati, Indennità di esclusività di rapporto in massa salariale, superamento dell’art. 23 del Dlgs 75/2017), la responsabilità di ciò che accadrà alla sanità pubblica nei prossimi mesi sarà solo la loro.
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regioni.itRassegna Stampa
Saitta, urgente sciogliere nodi di politica sanitaria già nella prossima legge di Bilancio