In questi giorni da più parti si raccomanda cautela e si consiglia di restare a domicilio in caso di febbre o sintomi influenzali. Tuttavia per le pesanti penalizzazioni economiche che i dipendenti pubblici subiscono in caso di assenza per malattia si rischia di incentivare le presenze.
È necessario – fa appello la COSMED – sospendere l’articolo 71 del DL 25 Giugno 2008 n.112 convertito in Legge 6 agosto 2008 n.113. La misura voluta per contrastare l’assenteismo, attualmente rischia di intralciare le misure di contenimento dell’epidemia.
L’emergenza da Coronavirus viene affrontata con enormi sacrifici e rischi personali dal personale medico sanitario e del SSN nonché più in generale dai dipendenti pubblici. A questo si aggiungono le aggressioni che da tempo vengono subite anche per le evidenti disfunzioni dei servizi pubblici con organici tagliati e non sostituiti per il pregresso blocco del turnover.
A fronte delle numerosissime dichiarazioni di apprezzamento per l’attività svolta, occorrono provvedimenti che garantiscano la massima protezione degli operatori che sono i più esposti al rischio di contagio.
Pertanto per non incentivare la presenza in servizio di soggetti sintomatici la COSMED chiede che le assenze per malattia nell’anno 2020 non subiscano penalizzazioni economiche e non siano conteggiate nel periodo di comporto sospendendo l’articolo 71 del DL 25 Giugno 2008 n.112 convertito in Legge 6 agosto 2008 n.113.
“Confidiamo – commenta il Segretario Generale della Confederazione – nella sensibilità del legislatore. A fronte di risparmi risibili si previene anche in questo modo la diffusione del virus”.