Il cumulo dei contributi previdenziali viene esteso alle Casse autonome. Lo stabilisce la circolare 140 del 12 ottobre 2017 dell’Inps che finalmente, dopo reiterati solleciti, ha reso operativa la disposizione contenuta nella legge di bilancio 2017. “E’ un principio di civiltà giuridica” commenta la Cosmed evidenziando di essere stata parte attiva alla richiesta di tale estensione.
“Il lavoro – prosegue la Cosmed in una nota di commento alla pubblicazione della circolare – ha pari dignità, sia come lavoro dipendente che come lavoro autonomo, sia se effettuato con contribuzione Inps che con contribuzione ad altre Casse previdenziali. Del resto i contributi sono del lavoratore non dell’Istituto che li gestisce, qualunque esso sia”.
Per la Cosmed “si attenuano in tal modo per molti gli effetti della legge Fornero e si rende pienamente esigibile un diritto liberando dall’incertezza migliaia di aspiranti pensionati. Dopo che il 16 marzo 2017 la possibilità di cumulo è stato estesa alla gestione separata Inps, con importante beneficio per i medici, che hanno conseguito la specializzazione dal 2006 che si vedono riconoscere automaticamente gli anni della formazione come anzianità contributiva, il coinvolgimento dei contributi alle casse previdenziali autonome allontana per i medici e i dirigenti sanitari la prospettiva di dover lavorare fino a 70 anni, con tutte le conseguenze sul lavoratore e sulla sicurezza dei servizi resi ai cittadini”.
Per la Cosmed, “il provvedimento manifesta, però, un passaggio di dubbia legittimità negando che gli anni di contribuzione alle Casse Professionali anteriori al 1996 siano utilizzabili per raggiungere i 18 anni al 31.12.1995 (ottenendo il calcolo retributivo fino al 2011) e per passare dal sistema contributivo a quello misto. Una condizione inaccettabile per le penalizzazioni economiche e le evidenti contraddizioni tra la legge e la sua applicazione”.
“Questa Confederazione – conclude la Cosmed -, che ha proposto l’emendamento recepito dalla legge di bilancio 2017, non può non dichiararsi soddisfatta per l’affermazione di un principio generale di non discriminazione che rende possibile per i medici guardare con maggiore serenità al proprio futuro previdenziale aumentando la loro flessibilità in uscita dal un lavoro che troppo spesso oggi viene vissuto come una prigione”.