La paralisi delle trattative per i rinnovi dei contratti delle quattro aree della Dirigenza richiede – a giudizio di COSMED – un intervento della Funzione Pubblica e del Ministero dell’Economia ed una piena assunzione di responsabilità del Governo che chiarisca alcuni punti fondamentali, emersi dopo la stipula dei contratti del comparti in prossimità di scadenze elettorali (elezioni del parlamento e delle RSU).
I punti critici sono i seguenti:
- la decorrenza degli aumenti contrattuali a regime, differita al 1 marzo e al 1 aprile 2018 nei contratti di comparto. Non sono in gioco solo pochi mesi di arretrati ma l’intera massa salariale a regime che costituisce la base per il successivo rinnovo contrattuale. Senza una norma che garantisca gli aumenti contrattuali a regime per il triennio 2019-21 si rischia di compromettere parte degli aumenti contrattuali futuri. Questo problema è stato sollevato anche dal Ragioniere dello Stato;
- l’interpretazione della Legge Madia per quanto concerne la fine del congelamento del trattamento accessorio al 31.12.2016. E’ in gioco non solo la destinazione di parte degli aumenti contrattuali presenti e futuri, ma anche quello della RIA dei cessati che costituisce un patrimonio di circa 2000 euro medi pro capite attualmente congelato senza un chiaro limite temporale. Senza il ritorno nei fondi aziendali della RIA vengono depauperate le risorse necessarie per carriere e disagio. Occorre superare definitivamente interpretazioni come quella della Corte dei Conti sez. Puglia che addirittura mettono a rischio aumenti contrattuali già dati per acquisiti. Quanto previsto dal Disegno di Legge concretezza è un primo passo che va esteso a tutto il contratto 2016-18 e veicolato con un provvedimento legislativo di più celere approvazione.
- entità del tabellare unico della Dirigenza, mediante accorpamento di parte della retribuzione di posizione fissa;
- finanziamento di quota parte del contratto 2019-2021 o perlomeno dell’indennità di vacanza contrattuale nella legge di bilancio 2019;
- incremento del finanziamento complessivo del Fondo Sanitario Nazionale per garantire risorse indispensabili per i bilanci delle Regioni anche per onorare i contratti di lavoro;
- riconoscimento dell’indennità di esclusività di rapporto nella massa salariale della Dirigenza Sanitaria, senza il quale questa Dirigenza non potrà godere degli aumenti previsti a regime per il restante pubblico impiego;
- finanziamento della Legge 3/2018 e la problematica dei medici di Stato nonché un chiaro pronunciamento sull’utilizzo delle graduatorie concorsuali prorogate da anni e giacenti in tutto il pubblico impiego;
- iniziative adeguate e urgenti per porre rimedio alla grave carenza di medici e dirigenti sanitari specialisti, pregiudizievole per la sopravvivenza del Servizio Sanitario Nazionale e del diritto alla salute.
A fronte di queste questioni, non certo pretestuose o di poco conto, la rottura delle trattative non è un gesto irresponsabile – sostiene COSMED – ma costruttivo nella consapevolezza che nascondere la polvere sotto il tappeto non precostituisce alcuna prospettiva di sviluppo reale.
Le Organizzazioni sindacali, consapevoli della pesante eredità che hanno prodotto dieci anni di blocco contrattuale e di elusione dei problemi reali, attendono di poter incontrare il Ministro della P.A. e l’esecutivo per un confronto su questi temi.