La politica sanitaria è figlia della politica economica e di bilancio del Paese.
Se il Bilancio è fallimentare, la sanità non potrà che andare peggio e i nostri contratti trasformarsi in una nuvola di fumo.
Chissà se qualcuno nel Governo ha capito che quella parte del Paese che produce la ricchezza necessaria a far funzionare lo Stato (scuola, pensioni, sanità per tutti) è in preda al panico.
Gli imprenditori, piccoli e grandi, i professionisti, i lavoratori autonomi e dipendenti, le banche, il tessuto produttivo che sogna le infrastrutture e vive di credito e stabilità, avevano solo chiesto di abbassare le tasse, non di scatenare una tempesta provocando tutte le istituzioni europee (Tireremo dritto!) sino a ottenere la bocciatura della legge di Bilancio italiana da parte della Commissione europea.
In queste condizioni, il confronto delle OOSS della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria col Governo promosso dal Presidente FNOMCEO Anelli per scongiurare lo sciopero del 23 novembre non ha alcuna possibilità di dare garanzie.
Il nostro paese sta per andare a picco se non si inverte la rotta e non si mettono in sicurezza i risparmi degli italiani che finanziano il debito dello Stato.
L’ultima asta di BTP è stata un fallimento, nessuno li ha comperati.
Se lo spread si mantiene a lungo sopra i 300 punti si preannuncia una grave carenza di liquidità per pagare stipendi e pensioni.
O il Governo se ne fa una ragione e mitiga l’esposizione del debito e del deficit programmato correggendo la manovra o rischieremo di fare la fine della Grecia.
La Commissione ha rigettato il documento programmatico di Bilancio e avvierà l’apertura di una procedura per debito eccessivo contro l’Italia.
Come si può immaginare che questo Governo sia in grado di garantire qualcosa se tutti suggeriscono a Salvini di staccare la spina subito dopo le feste natalizie?
Aldo Grasselli
Presidente FVM