"Cambiero' la Pubblica amministrazione partendo dai capi" basandomi su due parametri: "rigore e merito".
In un'intervista al messaggero, la ministra della Funzione pubblica, Giulia Bongiorno, illustra a grandi linee la riforma che ha in mente.
Un compito, ammette, che "sara' molto complicato, complicatissimo". "Chi tocca i fili della dirigenza muore – spiega la ministra – ma io voglio toccarli lo stesso", altrimenti avrei continuato "a fare l'avvocato".
Perche' partire dalla dirigenza, che tra l'altro ha un tavolo aperto per il rinnovo del contratto? "Perche' credo che la Pubblica amministrazione vada cambiata dalla testa – risponde la Bongiorno – da li' partono gli impulsi. La contrattazione in corso riguarda il pregresso: valutero' il da farsi ma non voglio entrare a gamba tesa su qualcosa che si aspettava da anni. Questo non toglie – aggiunge – che ci saranno nuove norme, un intervento 'chirurgico', sui dirigenti".
Con questa espressione, spiega ancora la ministra, intende dire che e' sua intenzione "andare in profondita'" e dire basta "alle solite formule di stile usate inutilmente per le valutazioni" perche' "non e' possibile che tutti ricevano cento, vale a dire il massimo dei voti in un sistema che pero' non restituisce questo tipo di percezione". I nuovi criteri di valutazione che ha in mente la Bongiorno prevedono "un triplice organismo" che preveda anche "il giudizio dei cittadini".
Sulla delicata questione della proposta delle impronte digitali da prendere ai dipendenti pubblici per verificare la loro presenza sul posti di lavoro, proposta osteggiata dai sindacati, la Bongiorno fa chiarezza: i dipendenti pubblici "vanno tutelati anche dall'immagine del fannullone" e per farlo "devo inserire un meccanismo di prevenzione dei reati". "Noi, come governo – continua – non abbiamo due anime, combattiamo coesi e con vigore l'illegalita'. E poi – aggiunge – tra qualche anno le rilevazioni biometriche le useremo tutti e tutti i giorni". Sulla digitalizzazione della Pubblica amministrazione, annunciata dal precedente governo e rimasta allo stato embrionale, la Bongiorno spiega che innanzitutto intende fare "un'operazione verita'".
Poi spiega: "E' stata presentata come una trasformazione immediata e a portata di mano. Sono state create aspettative enormi – aggiunge – e poi i risultati sono stati scarsi". Il motivo e' legato al fatto che non si puo' fare tutto immediatamente. "E' un processo che richiede tempo – spiega – in Gran Bretagna ci hanno messo 10 anni. Io voglio dire con onesta' ai cittadini – conclude – 'vi hanno ingannati sui tempi'. Ma con la stessa onesta' spieghero' che si fara'". E conclude: "La grande riforma Bongiorno sara' combattere per una digitalizzazione che includa tutti".
Fonte: Agi