Notizie

22 febbraio 2019

Condividi:

Autonomia differenziale. Conte: piena realizzazione solidarietà nazionale

Categoria: Governo e Parlamento, Regioni e SSR

Autonomia differenziale. Conte: piena realizzazione solidarietà nazionale

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha risposto ieri in Aula al Senato all’interrogazione sulla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni nell’ambito del regionalismo differenziato presentata dai Senatori De Petris, Errani Grasso e La Forgia, che chiedeva l’opinione del premier sul coinvolgimento del Parlamento  nella definizione del quadro complessivo dei principi di attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione e se sia intenzione del Governo, prima di procedere a qualsiasi trasferimento di competenze a una o più Regioni, definire preventivamente i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), quali livelli inderogabili di quantità e qualità dei servizi offerti da garantire su tutto il territorio nazionale.

Il governo e’ disponibile ad aprire un confronto con il Parlamento” nelle forme che verranno definite nei prossimi giorni ha detto il premier Giuseppe Conte. “Il Parlamento deve essere necessariamente coinvolto“.

“Per quanto riguarda la richiesta di definire preventivamente i Livelli essenziali delle prestazioni le bozze di Intesa richiamano al loro interno sia i fabbisogni standard, sia i livelli essenziali delle prestazioni. La definizione dei fabbisogni standard  on riguarda la spesa per l’esercizio delle funzioni delle regioni, bensi’ la spesa sostenuta dallo Stato nelle regioni per le funzioni oggi in capo allo stesso. Dunque di fabbisogni su indicatori comuni a tutte le regioni si trattera’ e saranno definiti da un Comitato paritetico composto da rappresentanti delle Regioni e dello Stato, rispondendo a criteri unitari per l’erogazione dei servizi in ogni angolo del Paese”.

Questo il testo integrale della risposta del Presidente del Consiglio:

È opportuno evidenziare come il processo di attuazione dell’autonomia differenziata sia previsto dalla Costituzione – sembra scontato dirlo – con riferimento all’articolo 116, terzo comma, che assegna la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a Statuto ordinario. Gioverà ricordare anche l’ambito delle materie nelle quali possono essere riconosciute tali forme ulteriori di autonomia, ovvero tutte quelle materie che l’articolo 117, terzo comma, attribuisce alla competenza legislativa concorrente e un ulteriore numero di materie riservate dallo stesso articolo 117, secondo comma, alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, ovvero l’organizzazione della giustizia di pace, le norme generali sull’istruzione e la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali. È disposto, come sapete, che le competenze siano attribuite con legge dello Stato, approvata a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di un’intesa tra lo Stato e la Regione interessata.

Ricordo che sin dalla redazione del contratto per il Governo del cambiamento è chiaramente evidenziato che il percorso del regionalismo differenziato dovrà tenere in considerazione non solo la peculiarità delle realtà territoriali, ma anche la piena realizzazione della solidarietà nazionale, nell’ambito della tutela dell’unità giuridica, di quella economica e dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, prescindendo dai confini territoriali.

In questa fase, com’è noto, l’Esecutivo sta completando un’intensa e complessa attività istruttoria e di negoziazione, propedeutica alla redazione di un testo condiviso con le Regioni richiedenti. Il Governo è disponibile ad aprire un confronto con il Parlamento in merito al contenuto di questo progetto nelle forme che verranno nei prossimi giorni definite, nel rispetto delle prerogative del Parlamento. Il Governo è ben consapevole della centralità delle Camere nell’ambito di un processo di trasferimento di competenze legislative che assume un rilievo costituzionale e che vede il Parlamento necessariamente e doverosamente coinvolto.

Per quanto riguarda la richiesta di definire preventivamente i livelli essenziali delle prestazioni, informo che le bozze di intesa richiamano al loro interno sia i fabbisogni standard, sia i livelli essenziali delle prestazioni. La definizione dei fabbisogni standard, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma della Costituzione, non riguarda la spesa per l’esercizio delle funzioni delle Regioni, bensì la spesa sostenuta dallo Stato nelle Regioni per le funzioni oggi in capo allo stesso. Dunque, di fabbisogni su indicatori comuni a tutte le Regioni si tratterà e saranno definiti da un comitato paritetico composto da rappresentanti delle Regioni e dello Stato, rispondendo a criteri unitari per l’erogazione dei servizi in ogni angolo del Paese. Non è previsto in alcun modo il riferimento ad indicatori collegati all’introito fiscale. A riguardo, nell’ambito delle risorse finanziarie in conformità all’istruttoria svolta dal Ministero per gli affari regionali e le autonomie con il Dicastero dell’economia e delle finanze, posso sin d’ora precisare che il trasferimento avverrà in base al costo storico, cioè verrà individuato quanto lo Stato spende sul territorio della Regione interessata per la specifica materia da trasferire; la determinazione del costo sarà individuata da un’apposita commissione paritetica Stato-Regioni. Il costo così individuato sarà trasformato in parte di compartecipazione sui tributi erariali e stabilito con decreto del Presidente del Consiglio, sul quale saranno coinvolte le Commissioni parlamentari competenti e la Conferenza unificata. Le risorse finanziarie allocate dallo Stato nelle altre Regioni rimarranno invariate. Entro un anno dall’emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, dovranno essere individuati i fabbisogni standard delle competenze statali nelle singole Regioni (tutte, non solo quelle che hanno chiesto l’autonomia differenziata). A tal fine, sarà costituito un apposito comitato paritetico Stato-Regioni composto da rappresentanti delle amministrazioni statali e rappresentanti di tutte le Regioni a Statuto ordinario.

Posso assicurare che il complesso procedimento che si sta dipanando coniugherà, in piena conformità con la nostra architettura costituzionale, il rafforzamento, sì, dell’autonomia regionale ove richiesto, ma con la salvaguardia della solidarietà e della coesione nazionali.

A cura della segreteria FVM