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L'Aran ha pubblicato il sesto rapporto sul “Monitoraggio della contrattazione integrativa” e il report sulla “Rilevazione sintetica anno 2017”.
Il rapporto presenta le risultanze del monitoraggio, per l’anno 2016, sull'applicazione dei contratti collettivi nazionali e sulla contrattazione collettiva integrativa – trasmesso annualmente al Dipartimento della funzione pubblica, al Ministero dell'economia e delle finanze nonché ai comitati di settore.
La contrattazione integrativa di questi anni ha risentito degli effetti legati alle disposizioni emanate in risposta alla crisi finanziaria ed economica globale con il D.L. n. 78/2010 e tutta la successiva normativa in materia di contenimento della spesa in materia di pubblico impiego (in particolare il blocco dei rinnovi contrattuali a livello nazionale).
Il sesto Rapporto conferma tutte le tendenze evidenziate anche nei precedenti rapporti e cioè l’incentrarsi della contrattazione integrativa sulle materie economiche e quindi un carattere di pura redistribuzione delle disponibilità economiche e la tendenza a contrattare, almeno in alcuni comparti, anche materie sottratte a tale livello di relazioni sindacali.
Nell monitoraggio del Servizio sanitario Nazionale, che include anche la dirigenza, le materie di carattere prettamente economico sono largamente maggioritarie (quelle diverse non raggiungono il 5% del complesso).
In generale è’ evidente che la discrepanza fra attesa dei nuovi contratti nazionali e realtà della contrattazione decentrata legata a CCNL congelati, superati e , in alcune parti, non più applicabili, è massima e raggiungerà il suo culmine nella rilevazione del 2017 (il 2018 è probabile che, almeno nel monitoraggio dei contratti dell’ultima parte dell’anno, porti qualche segnale di novità) .
"Entrati a regime i nuovi contratti sarà interessante verificare i nuovi rapporti fra contratto nazionale e quello decentrato, la capacità di applicazione, in senso innovativo, delle novità nazionali o la tendenza ad allargare nuovamente gli ambiti di contrattazione, forzando o meno i limiti di legge o di CCNL" scrive Aran nelle conclusioni .
Il report sintetico, anticipa il monitoraggio annuale e rileva, con riferimento all’anno 2017, alcune informazioni e tendenze generali.
Nel 94% dei casi l’attività negoziale delle amministrazioni è dedicata al personale non dirigente; infatti, i contratti inoltrati sono rivolti nella maggioranza dei comparti a questa tipologia di risorse umane. Numeri differenti riporta, invece, il comparto del Servizio sanitario nazionale, dove la percentuale di CI rivolti alla dirigenza, medica e non medica, è pari al 28% e “solo” il restante 46% dei contratti trasmessi è destinato al personale non dirigente.