Una ennesima aggressione ha interessato nella giornata di ieri altri due veterinari del servizio sanitario pubblico impiegati di una Asl campana, mentre svolgevano attività di profilassi di Stato sul bestiame allevato per il risanamento delle malattie trasmissibili agli animali e agli uomini.
Ancora una volta l’esercizio di una funzione pubblica mette a repentaglio l’incolumità di operatori diligenti e motivati.
L’episodio è solo l’ultimo di una lunga serie che ha spinto questo sindacato, ormai quasi 10 anni fa, a chiedere l’attivazione di un “Osservatorio sulle intimidazioni dei veterinari pubblici” che – ad oggi – non ha ancora maturato una analisi del fenomeno e men che meno ha proposto interventi protettivi del personale veterinario e sanitario.
I suggerimenti che abbiamo messo a disposizione degli organi competenti sono caduti nell’indifferenza e dimenticati. Ad ogni episodio si sprecano i messaggi di solidarietà delle istituzioni che ormai cominciano a sembrare preconfezionati in attesa del prossimo caso, e coprono malamente l’assenza di una vera iniziativa.
È ora che gli organi di governo intervengano prima che si maturi la convinzione che intimidire o aggredire un veterinario può rimanere impunito e può essere autorizzato nell’ignavia istituzionale.
Il sindacato è pronto ad ogni azione legale a tutela e risarcimento di tutti i colleghi che siano stati o saranno esposti a rischi prevedibili e segnalati, sia nei confronti dei loro aggressori, sia nei confronti dei loro incuranti datori di lavoro.
Intanto ha provveduto a informare dell’accaduto il Ministero dell’interno, il Ministro della Salute e le autorità locali, compresa la Asl per la quale i due veterinari lavorano, chiamandoli ad un’immediata assunzione della rispettiva responsabilità e l’adozione di adeguate iniziative.
Diversamente si potrà avviare una protesta della categoria sino ad una generale astensione dalle funzioni di Sanità Pubblica Veterinaria che il personale ritenga di non poter esercitare con la dovuta protezione e serenità.