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Al via osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari

SIVeMP: Speriamo di vedere qualche iniziativa concreta

Categoria: Intimidazioni



In coincidenza con l’ennesimo episodio, avvenuto a brevissima distanza dall’ultimo, di aggressione ai danni di un veterinario pubblico, il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ha annunciato che dopo il voto di marzo sara’ varato l’Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni di medici e infermieri.

L’Osservatorio si insediera’ il 13 marzo e avra’ il compito di raccogliere dati, di fare proposte per la prevenzione, per nuove norme di legge, per misure amministrative e organizzative;  sara’ presieduto dal ministro della Salute e ne faranno parte il comandante dei Carabinieri del Nas, il coordinatore degli assessori alla sanita’ regionali, il presidente della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, il presidente della Federazione degli infermieri, il presidente della Federazione nazionale ordini dei veterinari, il presidente della Federazione dei farmacisti, il direttore generale dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali e i direttori generali della Prevenzione, della Programmazione e delle Professioni sanitarie del ministero.

Dobbiamo ridare prestigio e dignita’ alle professioni sanitarie, proteggendo e valorizzando il loro quotidiano indispensabile lavoro“, ha dichiarato il ministro Lorenzin.

Per il SIVeMP l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari, la cui istituzione è stata tanto invocata quanto attesa, sarà forse un tassello fondamentale per il monitoraggio del drammatico fenomeno delle aggressioni e intimidazioni che mina la sicurezza di tutto il personale sanitario.
Con una lettera al Presidente del Consiglio, ai Ministri della Salute, Interno e Agricoltura, e al Presidente Fnovi, il Segretario Nazionale, Aldo Grasselli, ha voluto ricordare che per porre fine al drammatico fenomeno che riguarda il personale veterinario del Ssn, nel 2010, sotto pressante spinta del SIVeMP, è stata istituita (presso il ministero della Salute) una struttura analoga, un “Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori e sull’attività di medicina veterinaria pubblica“, che purtroppo, per l’inerzia di gran parte delle istituzioni, non ha prodotto risultati tangibili.
La situazione è divenuta ormai difficilmente sostenibile, tanto da causare perdita di fiducia da parte dei veterinari stessi,  e richiederebbe alcuni interventi che, al di là della già indicata necessità di implementare gli organici, potrebbero essere tutti attuati senza l’impiego di ulteriori risorse e risultare comunque assai efficaci.
Per essere nuovamente propositivi e in attesa di una adozione concreta dei medesimi o di altri provvedimenti ritenuti più efficaci da parte delle istituzioni, il SIVeMP ha quindi riproposto gli interventi che si ravvisano come maggiormente utili ed urgenti:
•    Assicurare l’assistenza legale alle vittime degli episodi di violenza, anche quando gli atti intimidatori venissero perpetrati da ignoti, specie ove – ma non solo – i veterinari si trovassero in orario di servizio (e non solo di lavoro), risultando – come tali – appunto “al servizio” della loro P.A. e dunque dello Stato. Invero, l’art. 25 del vigente CCNL di categoria – 8/6/2000 – così dispone: “L’azienda, nella tutela dei propri diritti ed interessi, ove si verifichi l’apertura di un procedimento di responsabilità civile, contabile o penale nei confronti del dirigente per fatti o atti connessi all’espletamento del servizio ed all’adempimento dei compiti di ufficio, assume a proprio carico, a condizione che non sussista conflitto di interesse, ogni onere di difesa fin dall’apertura del procedimento e per tutti i gradi del giudizio, facendo assistere il dipendente da un legale, previa comunicazione all’interessato per il relativo assenso”. Appare chiaro come sia divenuto ormai necessario aggiungere alle parole “ove si verifichi l’apertura di un procedimento …. del servizio” an-che la previsione “ovvero qualora il sanitario richieda di agire in tali sedi a tutela propria e dell’Amministrazione in seguito ad aggressioni o ad atti intimidatori”. Nella difficoltà di un intervento normativo ad hoc, diverrebbe urgente che il Governo, per impulso del Ministero della Salute, desse indicazioni in tal senso all’ARAN affinché detta modifica del testo possa trovare attuazione nella tornata contrattuale che si prospetta.
•    Riconoscere l’infortunio sul lavoro/la causa di servizio, nelle suddette circostanze, ai veterinari oggetto di azioni intimidatorie/aggressioni /attentati /danni di qualsiasi natura. A tal fine occorrerebbe verificare la possibilità di fornire indicazioni applicative della normativa già vigente in modo che, nei casi in questione, debba (!) essere comunque presunta la causa dell’aggressione (quando perpetrata da parte di ignoti) come riconducibile alle attività istituzionali del veterinario, salvo eventuale prova contraria, che allora ben potrebbe determinare il recupero di tutto quanto indebitamente speso dalla PA, limitando ciò – ben inteso – soltanto alla comprovata responsabilità diretta e personale dell’aggredito.
•    Tenuto conto che il garantire la sicurezza sul posto di lavoro è obbligo dell’Amministrazione di appartenenza, dare alle Aziende sanitarie disposizioni che impediscano loro di ignorare le situazioni a rischio, specie quando formalmente segnalate, obbligando le stesse Aziende ad adottare invece adeguati correttivi (interventi nei confronti degli aggressori noti supportati dalle direzioni aziendali e, in ogni caso, affiancamento e implementazione delle équipe) evitando quelli di più facile adozione ma meno opportuni (rotazione o comunque sottrazione delle competenze che potrebbero aver determinato i fatti).
•    Previa individuazione, da parte dell’Osservatorio, delle opportune azioni per facilitare la denuncia e l’emersione del fenomeno, nonché di una modulistica apposita ed univoca, rendere comunque obbligatoria in ogni ASL l’adozione di un registro in cui annotare tutte le segnalazioni o denunce delle intimidazioni di ogni tipo, con indicazione chiara dell’operatore (OSA) ovvero dell’utente colpevole degli atti intimidatori, con obbligatoria trasmissione periodica dello stesso registro alla Regione, alla Prefettura, e all’Osservatorio presso il Ministero della Salute.
•    Fornire indicazioni cogenti, a cura dei Ministeri della Salute e dell’Interno, affinché i Servizi Veterinari restino esclusi da azioni repressive e di contrasto ai fenomeni di illegalità diffusa.
•    Valutare la possibilità, già peraltro oggetto di attenzione da parte dell’Osservatorio ma senza alcun seguito operativo, di costituire uno specifico fondo di solidarietà destinato a risarcire i danni subiti dai veterinari, così come avviene per altre analoghe situazioni di interesse nazionale.
Leggi la lettera inviata



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