Il Ministro della Salute Giulia Grillo ha risposto ieri pomeriggio all’interrogazione parlamentare a risposta immediata presentata dai Deputati Rostan e Fornaro (LEU) su Iniziative volte al riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale a medici e personale sanitario, anche in relazione a numerosi episodi di violenza nei loro confronti occorsi presso strutture sanitarie”.
Desidero chiarire in relazione allo specifico quesito postomi che l’opportunità di attribuire la qualifica di pubblico ufficiale agli esercenti le professioni sanitarie è stata oggetto di profonde riflessioni, che hanno portato a una conclusione diversa sotto il profilo giuridico, ma parimenti efficace nella sostanza. Si deve infatti sottolineare che, all’attribuzione di tale qualifica il personale medico e sanitario si sarebbe visto addossare anche un insieme di oneri e incombenze connessi alle funzioni di pubblico ufficiale non coerenti o comunque esorbitanti rispetto al proprio ruolo.
Si è dunque valutato che benefici simili sotto il profilo della prevenzione penale generale, e in grado, quindi, di accrescere la deterrenza a commettere tali atti di violenza, possono essere ottenuti anche con altri strumenti, e in particolare attraverso l’introduzione di una specifica circostanza aggravante a carico di chi commette un reato con violenza o minaccia in danno degli esercenti le professioni sanitarie.
Una soluzione, questa, che ci consentirà, da un lato, di evitare ingiustificate asimmetrie con altre professioni liberali, alcune delle quali parimenti meritevoli di una particolare tutela penale, dall’altro, di tutelare tutti i professionisti sanitari, e non solo quelli operanti nell’ambito pubblicistico.
Non mi sfugge che tale misura non potrà ritenersi sufficiente da sola a contenere questo preoccupante fenomeno, ma proprio per questo motivo confido che sia dato il giusto rilievo alle altre iniziative che il Governo sta adottando al riguardo e che contemplano, oltre all’importante istituzione, prevista nel nostro disegno di legge, di uno specifico osservatorio, cui è attribuito il compito di monitorare il fenomeno, affinché siano proposte ulteriori misure preventive a tutela dei professionisti, di estendere l’applicabilità del cosiddetto Daspo urbano anche alle strutture sanitarie.
ha dichiarato il Ministro in Aula.
La risposta non ha soddisfatto gli interroganti che hanno ritenuto inadeguate le promesse di inasprimento delle pene che riguarderebbero solo episodi oggetto di denunce, mentre uno dei problemi è che il personale sanitario nella maggior parte dei casi non denuncia.
Rostan ha richiamato anche la preoccupazione dei sindacati che da tempo sollevano la tematica e ribadito la propria posizione rispetto all’attribuzione della qualifica di pubblico ufficiale che e del suo valore dissuasivo in quanto
un’aggressione al pubblico ufficiale, non ha bisogno di denuncia di parte, perché si agisce d’ufficio, e quindi non pone il medico e il personale sanitario nelle condizioni di fare una scelta. L’azione si attiva, e quindi diventa garanzia di dissuasione sia in fase preventiva che in fase di tutela successiva.
ha detto in sede di replica al Ministro
quando il disegno di legge del Governo sarà assegnato in Commissione, e quindi la procedura avviata, noi porteremo avanti le nostre proposte, nella speranza di correggere nella direzione che noi auspichiamo quanto proposto e illustrato dal Governo.
A cura della segreteria FVM
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