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04 aprile 2019

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CCNL. Il Governo respinge ancora una volta le nostre legittime richieste

Categoria: CCNL, Comunicati

CCNL. Il Governo respinge ancora una volta le nostre legittime richieste

Quando avevamo deciso di revocare lo sciopero nazionale il 21 gennaio scorso, avevamo creduto che il Ministro della salute sarebbe riuscita a coinvolgere il Ministero della Pubblica Amministrazione e il Ministero dell’Economia e delle Finanze per discutere delle risorse necessarie al CCNL della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria, e ci siamo sbagliati.

Ieri sera la convocazione del Ministro della salute è stata onorata dai tecnici della funzione pubblica ma il MEF non si è degnato. Un gesto molto scorretto, probabilmente in questo governo è iniziata la campagna elettorale prima che nel paese.

E’ ben noto da più di un anno che chiediamo che le risorse della Retribuzione Individuale di Anzianità che si sono liberate e si libereranno nei prossimi anni con i pensionamenti vengano ricollocate nella disponibilità del CCNL 2016/2018 per finanziare le nuove assunzioni e le carriere dei giovani sanitari e ci attendevamo una risposta proprio dal MEF che ha dato il suo parere negandosi, e che evidentemente ha ritenuto normale disdegnare addirittura l’invito del Ministro della salute non presentandosi all’incontro.

Le risorse della RIA dei sanitari andati in pensione sono un patrimonio che deve contribuire a ridare slancio al personale in servizio e deve premiare chi lavora notte e festivi nel disagio delle carenze di personale, con montagne di ore di straordinario non pagate e carriere mortificate da oltre 10 anni.

La volontà politica dichiarata dal Governo di voler sostenere il SSN cade davanti a contraddizioni palesi.

Pur riconoscendo la buona volontà del Ministro Grillo (dalla quale attendiamo uno scatto di orgoglio in Consiglio dei Ministri) il dato che emerge chiaro è una volontà politica negativa del Governo verso i dirigenti medici, veterinari e sanitari del SSN.

Chiediamo e ci auguriamo una rapida correzione di rotta del Governo per evitare una collisione con 140.000 professionisti delusi.