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Autonomia differenziale. Stefani: non toglierà risorse a altre regioni
Categoria: Governo e Parlamento, Regioni e SSR
Il Ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, ha risposto ieri pomeriggio in Aula alla Camera all’Interrogazione a risposta orale “Chiarimenti in merito al sistema di finanziamento del trasferimento di competenze alle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, nell’ambito dei procedimenti in atto ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, al fine di garantire adeguati livelli delle prestazioni nelle restanti regioni“, presentata da Riccardo Molinari e sottoscritta da oltre 100 deputati della Lega.
Questa la risposta del Ministro, Ministra per gli Affari regionali e le autonomie.
La ringrazio, Presidente, prima di tutto voglio chiarire che quanto è stato scritto e detto sul fatto che le regioni che hanno chiesto l’autonomia toglieranno risorse alle altre non ha alcun fondamento. Chi lo afferma non conosce il percorso che stiamo facendo. Inizialmente, intanto, il prelievo fiscale trattenuto sul territorio sarà equivalente al trasferimento che oggi lo Stato destina alle regioni per le competenze esercitate in tale regione. Quindi, questo esclude totalmente l’ipotesi che le risorse siano sottratte agli altri territori.
Il superamento della spesa storica verso i costi e i fabbisogni standard è la vera grande sfida per tutta l’Italia. Fabbisogno standard significa valorizzazione dell’efficienza ed efficacia dell’azione pubblica. È un processo che in realtà è già iniziato da anni e che oggi si vuole rafforzare nei confronti delle regioni in occasione dell’autonomia, quindi, differenziata. Tra l’altro, parliamo di un’autonomia soprattutto gestionale e amministrativa differenziata, che significa diversa e parametrata alle richieste e alle esigenze delle regioni.
Da questi assunti, per certi versi, sembrerebbe quasi sorprendere la contrarietà ad una proposta, che, non mi stancherò mai di dirlo, in realtà è una grande opportunità per tutte le regioni. Portare il centro decisionale più vicino ai cittadini implica un controllo diretto e, quindi, una responsabilizzazione della politica nei confronti dei cittadini.
L’autonomia è un vantaggio per certi versi diretto e indiretto, che riguarda tre fattori: quando una parte del ciclo fiscale sarà trattenuta in loco e sarà gestito da enti efficienti, questo si dimostrerà già un guadagno; le risorse possono essere gestite dalle regioni in modo mirato in base alla specificità delle problematiche delle esigenze locali e questo un altro guadagno; e con la responsabilizzazione diretta degli amministratori, ci sarà un’ulteriore qualificazione proprio dell’amministrazione, più responsabilità significa anche più competenza, terzo guadagno.
Dal regionalismo differenziato trarrà, quindi, vantaggio tutto il sistema Italia: più le regioni trovano modo per favorire il proprio sviluppo e più il sistema ne avrà beneficio. Comprendo il timore nell’affrontare una novità, stiamo lavorando per dare un nuovo volto ad un sistema regionale italiano nel suo complesso, che punta proprio a sanare i divari, puntando sulle singole specificità. Su quel sistema di valori, le potenzialità regionali, fino ad oggi forse non valorizzate e forse anche umiliate, in nome di una omogeneità legislativa che ha di fatto, in realtà, creato un divario inaccettabile. Vogliamo, quindi, reinterpretare il rapporto fra lo Stato e le regioni, basandoci unicamente su quanto scritto e concesso in Costituzione. Non stiamo facendo nulla di stravolgente, stiamo garantendo un diritto a quelle regioni che ci dicono: so gestire al meglio questa competenza, la concorrenza normativa tra noi e lo Stato ci rallenta, ci blocca, dateci l’opportunità di dimostrare che sappiamo gestire questa competenza e che lo faremmo risparmiando denari. L’applicazione dei fabbisogni standard su tutto il panorama nazionale sarà una misura di grande efficientamento di tutta la spesa pubblica.
Stefani, che poi è stata anche ascoltata in audizione in commissione bicamerale per il Federalismo fiscale, ha annunciato che il prossimo 7 marzo incontrerà a Roma il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per avviare la trattativa: “Con la Campania sono nove le regioni che hanno chiesto l’autonomia differenziata. L’impianto dovrà essere uguale per tutti altrimenti la situazione rischia di diventare sclerotica“.
Parlando dello stato della situazione ha affermato che “i testi ancora non ci sono perché l’intesa ancora non c’è“. “I nodi da sciogliere sono numerosi“, ha aggiunto ricordando che negli ultimi mesi ha svolto una novantina di incontri a vari livelli e che al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha consegnato delle prime bozze.
La trattativa dunque prosegue perché manca un accordo su molti capitoli: dall’ambientale alla sanita’, dai beni culturali all’istruzione alle infrastrutture.
Stefani ha infine assicurato che il confronto con il Parlamento ci sara’: “Come dovrà essere strutturato lo decideranno i presidenti di Camera e Senato nella loro autonomia” e “quello che deciderà il Parlamento sara’ per me sacro”, ha concluso.
A cura della segreteria FVM