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Grasselli: aggressioni sono solo la punta dell’iceberg
"Occorre una radicale trasformazione del Servizio sanitario nazionale"
Categoria: Intimidazioni, Ministero della salute e SSN
Si celebra oggi, 12 marzo, la III Giornata Nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari. Il Ministero della Salute e Inail hanno organizzato un convegno per promuovere l’attenzione e l’informazione sulla preoccupante crescita di episodi di violenza nei confronti dei professionisti sanitari e socio-sanitari.
Sono intervenuti il Ministro della Salute, Orazio Schillaci, il Commissario straordinario dell’Inail, Fabrizio D’Ascenzo, la Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, Martina Semenzato, e sono stati presentati dati e attività dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (Onseps), il contributo delle Regioni e una relazione sul fenomeno della violenza contro gli operatori sanitari e socio-sanitari in ottica assicurativa, illustrata da Silvia D’Amario, coordinatrice generale della Consulenza statistico attuariale Inail, e Patrizio Rossi, sovrintendente sanitario centrale dell’Istituto. Le conclusioni sono state affidate a Marcello Gemmato, sottosegretario di Stato alla Salute.
“Non possiamo più permetterci di vedere operatori sanitari aggrediti. La sicurezza è stata da subito una priorità per me da quando mi sono insediato. Abbiamo potenziato i presidi di polizia negli ospedali, ma non basta. Ora l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie, istituito presso il Ministero della Salute ha realizzato una prima rilevazione del fenomeno. Nel 2023 ci sono oltre 16mila segnalazioni di violenza fisica e danni alle proprietà degli operatori sanitari. Si tratta soprattutto di donne e la categoria maggiormente colpita è quella degli infermieri” ha detto il Ministro Schillaci.
“Nel corso di quest’anno partiranno attività formative per gli operatori per dare agli operatori gli strumenti per prevenire e arginare il fenomeno della violenza. Vogliamo che gli operatori socio-sanitari non siano visti come nemici – conclude Schillaci – serve uno sforzo continuo e costante a tutti i livelli. Lo dobbiamo a tutti i nostri operatori” ha aggiunto il Ministro.
“Il fenomeno delle aggressioni agli operatori del servizio sanitario nazionale è solo la punta dell’iceberg del malcontento generale verso una sanità che non sa dare risposte appropriate in tempo utile. E’ necessario che si renda accessibile la presa in carico di una popolazione che è la più anziana del pianeta e questo richiede mezzi, personale, risorse e organizzazione. Se i cittadini sono esasperati dal vedersi negate le cure ed il diritto alla salute garantito dalla Costituzione abbandonano ogni relazione con lo stato e e con la politica che dovrebbe rappresentare le istanze e trovare soluzioni. Questa sirena di allarme deve essere ascoltata, i decisori politici ai diversi livelli istituzionali sono responsabili del dissesto generale che comincia dalla carenza e disorganizzazione dei medici di famiglia sino ai livelli di alta specializzazione del SSN che sta consegnando professionisti di grande esperienza al privato. Gli operatori del Servizio sanitario nazionale continueranno ad essere esposti alle aggressioni e saranno sempre più indotti a andare a lavorare altrove, con meno rischi e più remunerazione” commenta il Presidente FVM Aldo Grasselli
“E’ ora di una radicale trasformazione del Servizio sanitario nazionale, dal territorio all’ospedale, tutti devono fare la loro parte, altrimenti la salute non curata costerà cara non solo ai cittadini ma anche all’economia del paese” conclude Grasselli.
“La relazione ONSEPS 2023, che fornisce i dati delle aggressioni al personale sanitario e socio sanitario, dà uno spaccato che solo in parte rispecchia la realtà dei fatti e per questo si dovrà ulteriormente lavorare per porre in evidenza il grave problema che riguarda i veterinari pubblici. Ciò è dovuto ad un sistema di rilevamento insufficiente da parte delle aziende e delle regioni, ma anche dalla sottostima dei fatti da parte di molti sanitari. Anche la rilevazione dei dati da parte degli Ordini professionali ha visto scarsa adesione da parte dei veterinari pubblici, mentre c’é stata maggiore risposta da parte dei liberi professionisti. La modifica ancora in corso della Raccomandazione 8, impegna le aziende a non sottostimare i dati denunciati da tutti i sanitari compresi i veterinari del Dipartimento di prevenzione e a valutare anche i livelli organizzativi che possono migliorare il rapporto tra utenti e professionisti. La legge 113/20 che pure prevede la procedibilità d’ufficio, l’aumento delle pene e ammende pecuniarie, non è certo sufficiente a prevenire il fenomeno. E’ necessario lavorare molto in prevenzione, implementando e migliorando il sistema organizzativo del SSN, avviare corsi di formazione sulla comprensione dei conflitti ai fini di una loro riduzione, ma soprattutto effettuare una attenta analisi dei rischi nei diversi contesti lavorativi al fine di individuare le migliori strategie applicabili” ha commentato Angela Vacca, componente dell’Onseps per FVM.