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Regioni: Lea non più adeguati a quelli di un paese civile
Categoria: DEF e Legge Bilancio, Ministero della salute e SSN, Regioni e SSR
I Livelli essenziali di assistenza) "non sono più adeguati a quelli di un Paese Civile”. E' quanto detto da Davide Carlo Caparini (coordinatore della Commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e assessore al bilancio della Regione Lombardia) che ieri guidaba la delegazione dei rappresentanti dellan Conferenza delle Regioni e delle Province autonome in audizione sul Documento di Economia e Finanza 2018 di fronte alla Commissioni speciali riunite di Camera e Senato.
Insieme a lui Alessandra Sartore (coordinatore vicario della Commissione affari finanziari della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e assessore al bilancio della Regione Lazio) e Donato Toma (presidente della Regione Molise).
"Uno Stato democratico di fronte a questo dato si deve interrogare. Si può ancora intervenire sul welfare? Si possono ancora fare dei tagli? – ha sottolineato Caparini – Chiediamo di aggiornare i contenuti del vecchio patto della salute 2014-2016, dobbiamo invertire questo trend degli ultimi 6 anni e definire anche un nuovo programma pluriennale di edilizia sanitaria. Bisogna investire in capacità, competenze infrastrutture". "Questo è un anno cruciale". In sanità in Europa "14 paesi investono di più, siamo fanalino di coda nel Paesi G7 ma siamo secondi come richiesta ai cittadini". Cioè, ha concluso Caparini, "lo Stato investe meno e i cittadini pagano molto di più rispetto agli altri paesi G7".
Nel corso della audizione i rappresentanti delle istituzioni regionali hanno illustrato un documento della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome (approvato nella seduta del 10 maggio):
Sul piano delle proposte le Regioni vogliono “rilanciare gli investimenti, un punto fondamentale per rilanciare l'economia. E' necessaria una nuova stagione e chiediamo "un’intesa con il Governo e il Parlamento per avviare una soluzione strutturale per la copertura del contributo alla finanza pubblica per i prossimi anni, al fine di qualificare la manovra finalizzandola al rilancio degli investimenti attraverso l''utilizzo del saldo positivo delle Regioni", ha spiegato Davide Caparini Le Regioni in particolare chiedono di "indirizzare e programmare la spesa delle Regioni verso investimenti pluriennali così da consolidare la crescita del Paese; salvaguardare l'obiettivo di finanza pubblica richiesto dalla manovra; salvaguardare i trasferimenti sulle politiche sociali e l''istruzione nonché sanità e trasporto pubblico locale; sterilizzare l''aumento dell''Iva del 2019". In questi anni c’è stato un verio e proprio "accanimento contro le regioni", mentre lo Stato ha fatto "una spending review basata sulla convivenza civile: chi eroga i servizi ai cittadini sono le regioni, i tagli incidono sulla carne viva dei cittadini". La proposta è quindi che "Nello spirito di leale collaborazione – dice l'assessore regionale lombardo- si arrivi ad un accordo in Conferenza Stato-Regioni per definire, per il 2018, un piano di investimenti che sfrutti ruolo delle regioni come snodo per il rilancio”.
Non solo, occorre anche "incentivare il ruolo attivo degli enti territoriali nelle attività di recupero dell''evasione fiscale" con l''approvazione del dm sulla compartecipazione Iva; "dare attuazione al D.Lgs 68/2011 in materia di autonomia di entrate delle Regioni; e un percorso di attuazione di quelle che sono le richieste di autonomia" da parte di alcune Regioni.
“La previsione del rapporto tra spesa sanitaria e Pil – ha spiegato Caparini – presenta un profilo crescente solo a partire dal 2022, attestandosi al 7,7% nel 2060. È necessario aggiornare i contenuti del vecchio patto salute 2014-2016, le priorità sanitarie e il quadro finanziario per il futuro: stabilizzare la crescita del Fondo sanitario nazionale in rapporto al Pil e definire un nuovo programma pluriennale di investimenti per l''edilizia sanitaria".