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08 settembre 2022

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Quale futuro per il Welfare – l’intervento di Aldo Grasselli

Categoria: Comunicati, COSMeD

Quale futuro per il Welfare – l’intervento di Aldo Grasselli

Si è svolto oggi l’incontro/dibattito organizzato da Cosmed per mettere a confronto gli obiettivi delle forze politiche per i servizi pubblici, la pubblica amministrazione e la previdenza con le proposte della Confederazione.

Di seguito la sintesi e il video dell’intervento di Aldo Grasselli, Presidente FVM e Segretario Generale Aggiunto COSMeD.

L’incontro organizzato oggi dalla nostra Confederazione ci consente di fare delle riflessioni sul sistema complessivo del Welfare, non limitato alla contrattazione, considerando il contesto in cui ci troviamo: la campagna elettorale per le elezioni politiche del 25 settembre alle quali ci avviciniamo comminando un giudizio sulle politiche di chi ha gestito il Paese in questi anni e chiedendo a coloro che si candidano al Governo di domani che impegno sono in grado di prendere, che sentiment hanno nei confronti del welfare.
Il nostro non è un paese povero ma lo può diventare. Un paese dove la ricchezza è mal distribuita e distribuita qualche volta in modo sospetto, stando ai dati sull’evasione. Quest’anno per la prima volta il Ministero dell’Economia e delle Finanza certifica che l’evasione fiscale è scesa sotto i 100 mld, avendone recuperati 20.
Il welfare non serve ai ricchi, serve soprattutto ai poveri: 9 milioni in Italia, di cui la gran parte già non riesce più a curarsi adeguatamente. In un contesto di crisi generale, con i costi dell’energia e delle materie prime, anche alimentari, in aumento la situazione è destinata ad aggravarsi e il sistema tutto andrà in grossa sofferenza.
La Pubblica Amministrazione, se vuole, può scovare lì, nell’evasione fiscale, le risorse che devono rientrare nella ridistribuzione sociale per potenziare e difendere il welfare in favore dei più deboli.
Il ruolo sociale di COSMED non può restringersi soltanto alle questioni contrattuali; come corpo intermedio il nostro ruolo è anche quello di informare le politiche sociali del Paese. Siamo consapevoli che non tutte le proposte elettorali che vengono fatte in campagna elettorale sono realizzabili, di sicuro non sono realizzabili tutte quante per un problema di sostenibilità. Alcune sono funzionali a un sistema di welfare, altre no.

Diciamo anche francamente che non crediamo più alla politica degli annunci e delle semplificazioni furbe da talk show.
Davanti a questo scenario drammatico servono, credibilità, concretezza e serietà.

Evidentemente chi si è assunto la responsabilità di gestire la sanità pubblica, soprattutto nelle Regioni, ha creato le condizioni per una progressiva privatizzazione di un diritto costituzionale.

Ci chiediamo anche: in un sistema di libero mercato, dove può aumentare il costo dell’energia, i farmaci possono costare di più, possono aumentare i costi delle materie prime che utilizziamo, aumentano i costi di beni e servizi… possibile che l’unica cosa che non deve costare di più è il lavoro?

Occorre contrattualizzare i giovani sanitari specializzandi, realizzando i “teaching ospital” e incarichi di formazione lavoro per tutte le professioni sanitarie specialistiche, smuovendo le Università dalla loro comfort-zone.

Sono tutte questioni sulle quali la politica deve dire qualcosa. Sono tutti problemi oggettivi e la politica non deve darci semplicemente ragione indicando gli stessi problemi; deve dire COME intende risolverli, quali soluzioni propone ai problemi che viviamo da 20 anni.

Occorre una visione di sistema, un intervento complessivo di gestione della crisi in atto. In Italia ci sono 9 milioni di poveri che non possono pagarsi le cure e a loro soprattutto serve un sistema di welfare efficiente. Senza un “whatever in takes” in questo campo ci ritroveremo 9 milioni di persone che vivranno una pessima esistenza, tra questi moltissimi anziani e anche più di un milione di bambini.