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La protesta COSMeD
Incontro con Madia: vaghe aperture e nessun fatto concreto
Categoria: CCNL, COSMeD, Governo e Parlamento, Pubblico Impiego - PA
Lunedì 15 maggio 2017, il Ministro Madia ha convocato le Confederazioni sull’emanando Testo unico del pubblico impiego.
Nel suo intervento COSMeD ha evidenziato come il Ministro non abbia presentato un testo correttivo dopo i pareri delle Commissioni Parlamentari e i numerosi rilievi fatti dalle Organizzazioni sindacali. Non si comprendono bene neanche i margini possibili di miglioramento e nemmeno se saranno possibili decreti integrativi e correttivi.
COSMeD ha ribadito che sono inaccettabili i contenuti dell’art. 23 commi 1 e 2, che tagliano lo stipendio accessorio, in particolare per medici e dirigenti. Il governo da un lato parla di rinnovi contrattuali, e dall’altra contemporaneamente continua a tagliare gli stipendi in godimento manomettendo i contratti vigenti.
Il governo ci propone un assurdo contratto negativo, rendendone praticamente impossibile il rinnovo. Peraltro il salario accessorio che viene tagliato è quello legato a guardie, reperibilità lavoro notturno e festivo, straordinari e lavoro disagiato indispensabile per la sicurezza delle cure e alla tenuta del SSN nonché per far fronte ad esigenze straordinarie in tutto il pubblico impiego.
Si tratta infine di un provvedimento viziato da eccesso di delega nonché in contrasto con la sentenza della Corte costituzionale, il governo dopo otto anni di blocco contrattuale continua a tagliare gli stipendi con il blocco del salario accessorio che non consente il recupero delle retribuzioni legate all’anzianità dei numerosi pensionamenti in atto e previsti nei prossimi anni.
Anche sul precariato non siamo soddisfatti, persiste la discriminazione nei confronti dei medici e dirigenti sulle modalità di riassorbimento del precariato nonostante le rassicurazioni.
Alcuni aspetti positivi esistono, in particolare sull’utilizzo illegittimo di lavoro precario, peraltro già oggetto di numerose sentenze.
Però questi piccoli aggiustamenti non bastano a compensare l’ennesima invasione legislativa su materia contrattuale quale quella messa in atto sul salario accessorio.
Se le cose resteranno così sarà evidente il fatto che il governo non vuole rinnovare contratto.
Già da domani inizieremo una vertenza sindacale e giudiziale.
Nella sua replica il Ministro ha ipotizzato una possibile rivalutazione sul salario accessorio senza peraltro prendere impegni.
Non possiamo che essere delusi e iniziare una campagna di mobilitazione, che è iniziata oggi stesso con un sit in proprio di fronte al Ministero della Funzione pubblica.
Il varo del decreto è previsto entro il 27 maggio 2017.